"Calpestare la guerra", Rovereto, Casa Depero

L'attentato alle Torri gemelle in un tappeto afgano.

[ CooperAction Onlus]

Tra i tappeti di guerra presenti nella sala degli arazzi alla Casa d’arte futurista Depero - realizzati tra la fine del secolo scorso  e il primo decennio del 2000, che testimoniano i sofferti conflitti in Afghanistan, dalla lunga guerra contro i sovietici, fino al regime fondamentalista islamico dei Talebani - osserviamo in particolare un tappeto celebrativo. Misura 90x60 cm e rappresenta il tragico attentato dell’11 settembre 2001 al World Trade Center di New York che distrusse le torri gemelle: sullo sfondo, in rosso, appare la cartina dell’Afghanistan e in primo piano le torri durante l’attacco. Al centro le due bandiere, USA e Afghanistan, unite dalla colomba della pace, enunciano la campagna militare Enduring Freedom, il nome in codice utilizzato dal governo degli Stati Uniti per designare alcune operazioni militari avviate dopo gli attentati del 2001.

Si tratta di una delle opere esposte in Calpestare la guerra, la mostra visitabile a Rovereto presso Casa d’arte futurista Depero fino all'1 marzo 2015.  

Nella tessitura di questi tappeti  non esistono più richiami espliciti alla tradizione, ma assistiamo ad una precisa trasformazione verso il tema bellico: i bordi decorati con motivi tipici vengono sostituiti da grandi fucili mitragliatori, da granate e missili; la ripetizione del simbolo stabilisce una ossessività di pensiero che incita alla lotta. Tali inserimenti di armi, ma anche di elicotteri e carri armati, hanno la funzione di illustrare attività e episodi orientati a fare proselitismo e auto propaganda.

I tappeti di guerra hanno goduto di una considerevole fortuna nelle gallerie d’arte contemporanea, grazie alla loro singolarità e all’apertura verso un linguaggio più innovativo, oggi in questa installazione tornano ad essere quello che sono: dei manifesti inneggianti alla guerra e proprio per questo assolutamente deprecabili. L’invito da parte di Calpestare la guerra è di restituirli al loro requisito essenziale di tappeto: sono infatti collocati a terra in attesa di essere calpestati dai piedi dei visitatori, così come si conviene a un manufatto nato per questo scopo e non disposti a parete come ci si aspetterebbe dalla loro identità ambigua: tappeti sì, ma anche opere contemporanee. Nella tradizione millenaria del tappeto afgano non era contemplato lo sviluppo imprevedibile di un repertorio di simboli contemporanei, in quanto sarebbe stato un paradosso scardinare la pratica tradizionale per inserirvi contenuti attuali. Invece l’immissione di oggetti -diversi dagli stilemi decorativi utilizzati da sempre- ha determinato la nascita della contemporaneità resa possibile, seppur inattesa e terribile, nel corso di un lungo periodo di guerra.

Intorno ai tappeti di guerra ci sono strategie sofisticate di jihadismo, terrorismo e business ma grazie ad esemplari trovati e acquistati da collezionisti, nasce una interessante collezione di tappeti di guerra composta da oltre 100 esemplari di cui in mostra ne possiamo ammirare circa la metà. La collezione ha dato vita alla campagna per la pace e la difesa dei diritti umani “Calpesta La Guerra”. A seguito della campagna di sensibilizzazione nasce anche l’associazione CooperAction Onlus che, dal 2008 ad oggi attraverso una rete di associazioni italiane ed afghane lavora al fine di migliorare le condizioni di vita di donne e bambini nei  territori in crisi.

Nicoletta Boschiero - Responsabile della Casa d'arte futurista Depero

01/12/2014