Cattedra del confronto 2015: "Il fascino del potere"

Si preannuncia di particolare interesse oggi la seconda tappa de La Cattedra del confronto sul tema delle "Tre tentazioni". In dialogo su "Il fascino del potere" interverranno Farian Sabahi e il biblista Alberto Maggi.

Ci avviciniamo all'estetica dell'autrice iraniana attraverso un passo dal suo Noi donne di Teheran (Jouvence, 2014)

“A Teheran sono sempre arrivata di notte. Dal finestri­no dell’aereo un mare di luci: nelle case non ci sono tapparelle né gelosie, da ogni appartamento s’intravede un chiarore.

In nessun posto al mondo famiglie intere si mettono in moto per accogliere i parenti che tornano da luoghi lontani. A Teheran invece succede, e così all’aeroporto c’è un sacco di gente. Tutti riuniti, con gli immancabili mazzi di fiori. Genitori, nonni, fratelli e sorelle, zii e zie, nipoti. Vecchi e bambini. Sono loro, i familiari, a strapparti di mano il car­rello con il tuo carico di valigie. I facchini? Non provano ad avvicinarsi! Un po’ come gli italiani, quando tornavano gli emigrati. Una cartolina sbiadita.

Fin da bambina ho impressa l’immagine del nuovo gior­no che nasce. Sono sul taxi, passo da piazza Azadì, in per­siano azadì vuol dire libertà. E ogni volta mi lascio cogliere di sorpresa da quella torre in marmo bianco, marmo che viene dalla regione di Isfahan. La torre si staglia contro il cielo che in quel momento cambia colore. Mentre la capita­le si sveglia, poco a poco.

Khosh amadid, benvenuti a Teheran! Queste pagine sono dedicate a voi che, nonostante i venti di guerra, avete deciso di avventurarvi in Iran. «La vita è un viaggio, viaggiare è vivere due volte», scrisse Omar Khayyam. L’arte di vivere e l’arte di viaggiare sono lo specchio l’una dell’al­tra. Il viaggio è un modo per scoprire se stessi perché finché resterai nella tua bottega o nella tua casa, non sarai vera­mente un uomo; parti, incamminati nel mondo, prima di quel giorno in cui lo lascerai”.

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