“Comunicazione. Propaganda per la mobilitazione”,

Simona Colarizi inaugura domenica 4 ottobre alle 11 presso il teatro Sociale di Trento le "Lezioni di Storia", dedicate al tema "L'Italia in guerra"

[ Laterza Agorà s.r.l]

Domenica 4 ottobre alle ore 11 presso il Teatro Sociale di Trento è in programma il primo appuntamento del ciclo "Lezioni di Storia" curato da Laterza e dedicato al tema “L'Italia in guerra”. Un'iniziativa culturale di prestigio, che si avvale della regia della nota casa editrice di Bari e dei suoi autorevoli relatori, già sperimentata con notevole successo di pubblico in città come Roma, Genova, Milano e Trieste e sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento, dall'assessorato alla Cultura con il coordinamento del Servizio attività culturali e condivisa da importanti sponsor privati.

Il primo appuntamento si intitola “Comunicazione. Propaganda per la mobilitazione”, una tematica molto significativa nell'ambito dell'analisi storica sulla Prima Guerra mondiale e sui fattori che determinarono il coinvolgimento di tante nazioni e di milioni di persone.

Ecco allora che la partecipazione alla Guerra diventa campo di scontro politico, tra interventisti e neutralisti, con i primi che costruiscono un battage propagandistico di grande impatto, sottolineando la necessità per l'Italia di partecipare al conflitto per non restare esclusa dalle successive rivendicazioni territoriali spettanti ai vincitori. Ecco allora che – nella società che non conosce ancora la televisione e Internet – i principali canali di questo flusso informativo diventano i giornali murali, le vignette, i manifesti, i quotidiani con gli interventisti che, attraverso immagini e “parole d'ordine” che colpiscono, cercano di far lievitare il patriottismo degli italiani.

Dunque l'attivismo per la partecipazione alla guerra si fa largo negli Stati, con forza e intensità tali da sedurre l'opinione pubblica, e sino allora sconosciute. In questo contesto, dall'altra parte della barricata, la maggioranza silenziosa dei neutralisti resta incapace di farsi valere davanti alla “forza d'urto” degli interventisti. Come mai prima nella storia, la propaganda mostra, infatti, la sua forza nel persuadere ma anche nel confondere e nel rimestare in sentimenti e credo diversissimi, andando a coagulare forze sociali eterogenee attorno al mito della “guerra giusta”.

Idee e slanci ideali che hanno fatto breccia sulle generazioni, anche se poi la guerra di trincea porterà inevitabilmente al risveglio: arriveranno i campi di battaglia e lì si incrineranno certezze e ideali di libertà e di democrazia, arriverà il disincanto rispetto agli ideali e germoglieranno i primi semi del totalitarismo.

Una tematica che è da rileggere attraverso la lente della storia, ancorché ancora profondamente attuale. Un secolo dopo la Prima Guerra mondiale, infatti, il mondo si è globalizzato ed è diventato “più piccolo”, sono cambiati i media che danno l'opportunità di un'interconnessione costante, è cambiato il metro di valutazione degli accadimenti storici. Restano però i conflitti, seppur non tra potenze occidentali, e si pone ancora oggi la tematica della propaganda che non ha più lo scopo di far propendere gli Stati alla guerra, né rappresenta più una chiamata alle armi, ma ha bensì scopi “giustificativi” dell'interventismo, talvolta con l'obiettivo di nascondere secondi fini.

La relatrice: Simona Colariziè una storica, docente di storia contemporanea all'Università di Roma "La Sapienza" e ha negli anni approfondito fra le altre le tematiche storiche relative ai partiti e movimenti politici e della storia sindacale. Tra le sue ultime pubblicazioni L'opinione degli Italiani sotto il Regime 1929-1943 (Laterza 1991), Storia dei partiti nell'Italia repubblicana (Laterza 1994, 1998), Biografia della prima Repubblica (Laterza 1996).

Roberto Bertolini

29/09/2015