"Dal Castello di Stenico ai castelli delle Giudicarie. Itinerari d’arte e di storia"
Un volume che dal Castello di Stenico porta a scoprire il territorio circostante
Dal Castello di Stenico ai castelli delle Giudicarie. Itinerari d’arte e di storia di Michele Dalba, è il nuovo volume edito dal Castello del Buonconsiglio: degli itinerari turistico culturali che dal Castello di Stenico portano a scoprire il territorio circostante.
Come spiega Lia Camerlengo - responsabile del progetto - “la realizzazione del volume rientra nell’ambito dell’articolato progetto “Il Castello di Stenico. Proposte di valorizzazione culturale del castello e delle valli Giudicarie”, che il Castello del Buonconsiglio ha ideato e ha potuto svolgere, con l’appoggio di numerosi enti locali territoriali, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, che ha inteso supportare un ampio piano, finalizzato a costruire un efficace e durevole coinvolgimento del territorio e dei suoi abitanti, oltre che dell’insieme dei visitatori, nella fruizione della dimora signorile e della sede museale”.
Dalba ci anticipa i contenuti del volume:
"Il solo vero viaggio, il solo bagno di Giovinezza, non sarebbe quello di andare verso nuovi paesaggi, ma di avere occhi diversi, di vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, di vedere i cento universi che ciascuno di essi vede, che ciascuno di essi è [...] (Marcel Proust, La prigioniera)
La frase in apertura, tratta dal quinto volume de À la recherche du temps perdu, ben si presta a introdurre questa breve guida, che intende accompagnare il visitatore del Castello di Stenico lungo una serie di itinerari tematici nell’incantevole territorio delle Giudicarie.
Il territorio delle Giudicarie, trovandosi a cavallo dell’area gardesana, delle Prealpi lombarde e delle Alpi retiche, rappresentò fin dalle epoche remote un’importante via di comunicazione. Su scala locale, la relazione con regioni ‘lontane’, e quindi la circolazione di modelli, merci e idee, è testimoniata, in contesti culturali diversi e cronologicamente distanti tra loro, dalle fonti archeologiche rinvenute negli importanti siti delle giudicarie esteriori, che in alcuni aspetti dell’identità autoctona manifestano l’influenza di correnti culturali esterne. Il ruolo e l’identificazione delle Giudicarie come «area di strada» – nella definizione data dal medievista Giuseppe Sergi – si rafforzarono con i secoli, tanto che sono diventati emblematici, nella tradizione, il transito di San Vigilio, patrono di Trento, e il mitico viaggio di Carlo Magno, tra queste valli.
Gli itinerari proposti nel volume si sviluppano attraverso luoghi intrisi di storia, a volte lungo percorsi antichi estranei alla rete viaria attuale, con l’intento di guidare il visitatore del Castello di Stenico oltre le mura del magnifico maniero, alla scoperta del territorio circostante. Da questo punto di partenza privilegiato, per bellezza e conservazione, si diramano i tragitti tematici, costruiti attorno agli altri luoghi fortificati che costellano il panorama giudicariese e le aree limitrofe, edifici e complessi sorti in periodi diversi, che hanno avuto alterna fortuna e si differenziano per stato di conservazione e posizione. In secondo ordine, nella guida è stato riservato uno spazio rilevante a luoghi di interesse con una vocazione diversa da quella difensiva, ubicati nelle vicinanze delle fortificazioni. Sono stati privilegiati, nell’obbligo di operare una selezione, monumenti dallo spiccato valore storico-artistico, aree archeologiche di facile accessibilità, ma anche luoghi ‘minori’, la cui visita permetta di comprendere meglio l’organizzazione del popolamento medievale e postmedievale delle Giudicarie.
Una rete che, per un lungo periodo, si è rivelata sostanzialmente refrattaria al ruolo accentratore esercitato da forti poli attrattori – quali sono i castelli e i complessi pievani – e sembra abbia mantenuto in buona parte inalterata la fisionomia antica, caratterizzata da piccoli nuclei sparpagliati, separati da campi e boschi, come appare subito evidente osservando la cartografia moderna, ad esempio l’Atlas Tyrolensis di Peter Anich. Abitati che nel corso del tempo sono stati dotati di chiese e cappelle, custodi di preziosi patrimoni culturali (in molti casi indagati, restaurati e studiati dagli uffici della Soprintendenza ai beni culturali della Provincia autonoma di Trento), frutto della devozione delle comunità, della munificenza dei vescovi e delle importanti famiglie locali. Un patrimonio che, ancora una volta, rivela la sensibilità di quest’area alle correnti culturali esterne, veicolate da artisti itineranti o di maggior spessore, richiamati dalla committenza delle influenti signorie che estendevano il loro potere su questi territori, o ancora ‘importate’ da nuclei giudicariesi emigrati verso grandi centri italiani".
M. Dalba 2014, Dal Castello di Stenico ai castelli delle Giudicarie. Itinerari d’arte e di storia, Trento, Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali, 175 pp.
03/08/2015