Filodrammatici Co.F.As. a “Scuola di Teatro”
con un docente di respiro europeo
Sabato 16 ottobre è in programma al Teatro S. Marco di Trento l’annuale GIORNATA TEATRALE TRENTINA incentrata su una Conferenza-spettacolo di Alessio Nardin sul tema “Il carattere, la maschera e il ruolo”
L’impegno della Co.F.As. – Federazione Trentina delle Filodrammatiche – rivolto alla formazione culturale e artistica dei propri associati, si concretizza quest’anno nell’organizzazione di una conferenza – spettacolo che si terrà nel pomeriggio di sabato 16 ottobre al Teatro San Marco di Trento.
La tradizionale GIORNATA TEATRALE TRENTINA, che ogni anno vede riuniti attori, registi e tecnici del mondo amatoriale, sarà incentrata sulla Masterclass dal titolo “Il carattere, la maschera e il ruolo” affidata al regista e pedagogo
Alessio Nardin che indagherà sullo straordinario patrimonio del teatro occidentale rappresentato dalla Commedia dell’Arte, alla quale molti fra i principali studiosi, registi e indagatori teatrali degli ultimi due secoli (dal britannico Gordon Craing al russo Vsevolod Ėmilevič Mejerchol dai francesi Louis Jouvet e Jacques Copeau, fino all’austriaco Max Reinhardt e ai nostri Giorgio Strehler e Giovanni Poli) hanno guardato per dare vita alla loro ricerca.
«Questo progetto formativo - spiega Alessio Nardin - si inserisce in una serie di Masterclass internazionali che si svolgeranno anche a Parigi e Mosca, in cui ho deciso di indagare e approfondire la relazione tra persona, persona scenica e maschera. La tappa di Trento si è resa possibile grazie alla sinergia di alcuni importanti soggetti culturali del territorio regionale – la Co.F.As. in primo luogo – la cui adesione alla mia progettualità artistica ha reso possibile questo progetto così mirato e di alta formazione. Le mie esperienze internazionali mi hanno insegnato che a diverse latitudini e longitudini la maschera - continua Nardin - ha ancora un alto valore nel rito teatrale come connessione di una componente atavica legata all'uomo con una aspirazione metafisica dell'uomo stesso. E proprio questo aspetto è al centro della mia indagine pratica e del mio lavoro sulla relazione tra la maschera e il personaggio. Il valore della maschera come strumento di conflitto ludico e di condivisione tra attore-autore e spettatore-autore: come in una grande arena, lo spettacolo è dato parimenti da queste due componenti. Credo inoltre – conclude il regista – che il momento storico che stiamo vivendo sia da ritenersi epocale, in quanto destinato a segnare un passaggio. E allora la mia eventuale domanda potrebbe essere: quale Teatro vogliamo che sopravviva e cresca dopo questo tempo pandemico? E non penso ad un Teatro relegato ai confini nazionali, ma piuttosto, forse per frequentazione, ad un Teatro europeo. Da questa domanda sono partito.
Sempre, dalle più grandi sciagure il Teatro ha tratto fertilità e forza: perché diventa una necessità connessa con la natura più intrinseca dell’uomo. Per questo mi sembra che questo sia il tempo utile per tornare alle cose elementari del Teatro. Ognuno come ritiene. Quasi come un contadino che si prende un tempo per curare il suo campo: ararlo, concimarlo, per poi farlo fruttare. Certo piantando ora l’albero da frutto, il frutto si vedrà tra qualche anno, ma così sembra siano i tempi della natura e dell’organica: il contadino lo sa. Per questo ho creduto, sotto la spinta di molti attori che hanno lavorato con me in passato, che sarebbe stato importante per me adesso donare al teatro ciò che di più prezioso io ho.»
Nativo di Jesolo e residente a Venezia, Alessio Nardin ha studiato alla scuola quadriennale di regia e pedagogia con Anatolij Vasiliev, regista teatrale russo considerato uno dei leader della scena contemporanea europea. Svolge l’attività di regista e pedagogo in vari Paesi europei e vanta nel proprio curriculum collaborazioni come regista e regista assistente per il Stanislavsky Electrotheatre di Mosca, il Teatro Nazionale di Strasburgo, il Théâtre National de Bretagne di Rennes e il Théâtre de la Ville di Parigi oltre che per alcuni fra i maggiori Teatri italiani. Si è specializzato in Commedia dell’Arte e Maschera lavorando, fra gli altri, con Carlo Boso e Ferruccio Soleri e ha fondato nel 2012 il Teatro-Laboratorio permanente d’Arte Drammatica (T-LAD) e il Laboratorio di Biomeccanica e Maschera, che tutt’ora dirige. Nel 2020 è stato membro di Giuria alla 77ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. La sua ultima regia sul “Sogno di una notte di mezza estate” è stata scelta per inaugurare la stagione teatrale 2021-2022 del Teatro nazionale di Mosca Electro Stanislavsky.
Sabato pomeriggio la partecipazione alla Masterclass sarà riservata agli appartenenti alle filodrammatiche associate Co.F.As..
15/10/2021