L’archivio dei conti Spaur di Castel Valer

L'Archivio provinciale si arricchisce di un fondo costituito da circa 1450 documenti.

[ Ufficio beni librari, archivistici e archivio provinciale]

Nel 2012 la Provincia autonoma di Trento ha acquisito al patrimonio culturale pubblico un importante complesso documentario, l’archivio dei conti Spaur di Castel Valer.

Questo fondo, dichiarato di notevole interesse storico nel 1964 è costituito da circa 1450 unità archivistiche, 619 delle quali su pergamena, datate dalla seconda metà del secolo XIII alla prima metà del secolo XX, per un complesso di circa 15 metri lineari di documentazione.

L’area geografica di riferimento si estende dai territori di Tassullo, Flavon, Terres, Sporminore, all’intera valle di Non, alla piana Rotaliana (Mezzocorona, Mezzolombardo, Zambana), all’altopiano della Paganella (Spormaggiore, Molveno, Cavedago), alla città di Trento, alle zone di Termeno e Cortaccia, alla val Venosta (Lagundo, Merano, Ciardes, Castel Montechiaro), alla città di Bolzano nonché ad altre aree degli attuali Alto Adige, Tirolo austriaco e Baviera.

Il documento più antico è del 1231 (in copia del 1317: riguarda un’investitura del vescovo di Trento Gerardo Oscasali), mentre il primo originale risale al 1285 (compravendita di un terreno a Molveno); entrambi gli atti non riguardano direttamente gli Spaur.

Passando a una sorta di rassegna contenutistica, si ricordano in prima battuta le attestazioni di diritti feudali, datate a partire dal XIV secolo, e in particolare le investiture ricevute dagli Spaur in relazione a feudi sia tirolesi (Castel Rovina a Sporminore e giurisdizione di Spor, Castel Flavon e omonima giurisdizione, Castel Valer, torre di Mezzocorona, decime a Termeno; Castel Montechiaro a Prato allo Stelvio, decime a Merano, beni e affitti a Ciardes; diritti a Termeno) sia di pertinenza del vescovo di Trento (giurisdizione di Fai e Zambana, castello e masi di Mezzolombardo, diritti a Nave San Rocco, Zambana, Fai; decime a Trodena, Carano, Mezzana, Roncio e Menas; beni a Cortaccia e un quarto della decima di Romallo).

Sono conservati, sia pure in quantità limitata, atti relativi alle funzioni giurisdizionali e amministrative del giudizio di Spor, a partire dal 1785 unificato nel giudizio di Spor, Flavon e Belfort (protocolli notarili e fascicoli di atti processuali dalla metà del sec. XVII al 1800).

Le comunità locali (Tassullo, Segno e Torra, Spormaggiore, Sporminore, Cavedago, Fai e Zambana, Mezzolombardo, ...) appaiono non di rado come controparti, a vario titolo, degli Spaur, più sporadicamente invece come produttori di documentazione propria (atti della regole delle Quattro Ville, copia della carta di regola della comunità di Fai e Zambana).

Numerosissimi risultano gli atti notarili (sia su pergamena che su carta) e gli atti privati relativi alla gestione dell’ingente patrimonio degli Spaur, attestanti compravendite, locazioni perpetue e temporali, costituzioni di censo, permute, ricevute, stime, transazioni; frequenti sono inoltre le registrazioni amministrative e contabili, contenute in urbari e inventari di beni mobili e immobili, rendiconti, note spese, elenchi di debiti e crediti.

Ricorrenti sono poi gli atti che, pur implicando evidenti risvolti patrimoniali, sono comunque correlati a vicende biografiche dei singoli individui, quali patti nuziali, doti e controdoti, testamenti, accordi di ambito matrimoniale o ereditario, e per il periodo più recente (dal XVIII secolo in avanti), certificati anagrafici, tavole genealogiche e prove di nobiltà.

Non mancano naturalmente fonti significative su alcuni esponenti del casato, che per le cariche rivestite e le attività svolte valicano l’ambito d’interesse strettamente familiare o genealogico, quali Volcmaro di Burgstall e Pietro Spaur.

A prescindere dalle attestazioni specifiche sulle vicende dei singoli personaggi, più o meno rilevanti in ambito pubblico, nell’archivio si notano a partire dal sec. XVIII-XIX un ampliamento quantitativo e una diversificazione della documentazione in senso stretto personale: emergono infatti categorie nuove di fonti, come quelle relative all’istruzione, esemplificate da vari esempi di quaderni scolastici, da pagelle e attestati.

Un ulteriore elemento degno di attenzione è la ricchezza della raccolta epistolare: le oltre 5.000 lettere, infatti, risalenti al periodo compreso fra i secoli XVII e XX, offrono un prezioso spaccato di vita familiare, sociale, culturale, spesso descritto da mani femminili.

L’archivio è tuttora in corso di inventariazione, ma è comunque fornito di un elenco dettagliato e dunque consultabile presso l’Archivio provinciale di Trento; dei documenti, a esclusione per ora di quelli del sec. XX, sono disponibili anche le riproduzioni digitali.

 

 

 

 

Stefania Franzoi - Funzionaria della Soprintendenza per i beni culturali

01/12/2014