"La passione di una figlia ingrata" (L'Iguana, 2014) di Saveria Chemotti
Il romanzo dell'autrice trentina, ambientato in Trentino, tra i tre finalisti del premio Comisso
Con La passione di una figlia ingrata (L'Iguana), l'autrice trentina Saveria Chemotti è finalista del Premio Comisso, insieme a Questo viaggio chiamavamo amore di Laura Pariani (Einaudi) e L’affare Vivaldi di Federico Maria Sardelli (Sellerio).
87 le opere presentate: i finalisti parteciperanno alla cerimonia finale, prevista per il giorno 3 ottobre 2015, durante la quale una Grande Giuria di lettori voterà e sarà proclamato il vincitore dell’edizione 2015.
Vi proponiamo qualche passo dal denso libro in cui l'autrice trentina ricostruisce il rapporto con la madre, malata di Alzheimer, ricoverata in una casa di cura nella Valle dei Laghi:
«Il cartello stradale mi avverte quando sto abbandonando il Veneto per entrare in Trentino: la linea rossa segna il confine tra due mondi.
Ogni volta che supero questo spartiacque, apro la bocca per respirare a pieni polmoni, convinta che l’aria diventi per miracolo più tersa, cristallina, salubre, anche se filtra appena dal finestrino socchiuso della macchina. Lasciarmi alle spalle la Pianura padana, con le sue nebbie e tutte le implicazioni di questo appellativo geografico, mi rasserena, mi mette addirittura allegria.
Il Trentino è la mia isola felice, un singolare spazio sciamanico di passaggio e di trasformazione che tra primi piani e sfondi dinamici mi parla attraverso le immagini. Avverto forte il ritmo della sua voce seducente. Mi faccio concava e porosa per lasciarmi accogliere.
Con la radice di liquirizia in bocca per non fumare, alzo al massimo il volume del cd, stacco una mano dal volante e dirigo invisibili orchestre di musica sinfonica, per accompagnare il mio rientro trionfale nei territori dove i crozzi sovrastano solenni il cromatismo dei verdi coi loro grigi marezzati.
Dopo qualche decina di chilometri arrivo nell’ampia vallata che da Trento piega verso il Garda, antico alveo del fiume Adige dalla caratteristica forma a U, chiamata Valle dei laghi perché è zona ricca di specchi d’acqua, grandi e piccoli, trasparenti nei giorni di sole come perle incastonate ai piedi delle Dolomiti, i Monti pallidi che li costeggiano, regali. Mi accoglie, come ogni volta, srotolando davanti ai miei occhi avidi i tratti familiari dei luoghi delle mie origini. Presto attenzione a tutto quello che mi circonda per recuperare intimità con le cose che mi sono mancate».
Saveria Chemotti è nata in provincia di Trento, ma vive e lavora a Padova, dove insegna Letteratura italiana di genere e delle donne. Dal 2003 coordina il Forum per le politiche e gli studi di genere dell’Ateneo.
Dirige la collana di studi di genere Soggetti rivelati. Ritratti, storie, scritture di donne, per la casa editrice Il Poligrafo, e la collana di narrativa Vicoli. Vie strette secondarie. Paesaggi letterari inesplorati, per la casa editrice Cleup.
Ha pubblicato numerosi saggi sulla narrativa e la poesia del Novecento italiano e ha dedicato molte ricerche alla storia e alla cultura delle donne. Questo è il suo primo romanzo.
07/07/2015