La paura del futuro

Caro futuro, ti scriviamo questa lettera perché ci rendiamo conto di quanto ci spaventi oggi parlare liberamente di te

In febbraio abbiamo provato a farlo con i ragazzi e le ragazze degli istituti superiori Prati e Artigianelli di Trento. Lo abbiamo fatto attraverso un laboratorio creativo. Siamo entrati in classe e abbiamo chiesto ai ragazzi di scrivere una lettera, immaginando di recapitarla a sé stessi nel futuro.

Abbiamo chiesto loro di raccontare sinceramente le proprie paure, i desideri, le sfide che stanno affrontando, ma anche cosa hanno imparato fin qui (perché noi adulti ci dimentichiamo troppo spesso che anche da giovani si detiene un sapere profondissimo!) e cosa non vogliono dimenticare.

È stato bellissimo vedere una trentina di giovani occupare la sala nei modi più disparati per riempire fogli su fogli e aprire universi con una penna in mano.

Queste lettere non le abbiamo lette.

Fin dall’inizio siamo stati chiari sul fatto che la lettera costituiva la possibilità di vivere un momento di intimità con loro stessi.

Abbiamo fatto questo perché crediamo che i giovani oggi abbiano bisogno di spazio per ascoltarsi. A volte il mondo li riempie così tanto di cose da fare o da raggiungere, che neanche hanno modo di capire chi sono, come stanno e che direzione vogliono prendere. Non sanno se si sentono soli, se devono rallentare o hanno bisogno di aiuto, perché vivono un magma di emozioni che spesso non trova spazio e tempo per tradursi in parole.

Per noi futuro è insegnare alle nuove generazioni che prendersi del tempo, in tutta questa velocità, non è un male e che l’ascolto delle proprie emozioni non deve per forza essere ridotto al tragitto in autobus con le cuffie e la musica sparata a mille: esistono luoghi in cui possono parlare di come stanno senza paura.

Siamo però noi adulti a doverci prendere cura di questi spazi, perché poi il buio arriva (e in qualche fase della vita arriva per tutti noi) e chi non sa di poter parlare della propria sofferenza, si sente incompreso, profondamente solo e può scegliere di dirigersi verso strade molto difficili da percorrere.

A volte è il confronto con i propri pari che sostiene. Il vedere qualcun altro nella propria fragilità ci aiuta a sentire che il nostro dolore non è solo, che siamo semplicemente umani nelle emozioni che possiamo provare. Infatti quello che aiuta molti adolescenti è sapere che il dolore che hanno dentro non spaventa gli adulti che hanno intorno e che non si cerca un antidoto alla loro infelicità.

Crescere può fare tanta paura anche quando si è adulti.

Anche noi adulti abbiamo paura del futuro e ci sentiamo fragili a volte, ma possiamo costruire strade e strumenti per accompagnare i nostri ragazzi e dimostrare loro, che possiamo essere pazienti insieme, nell’attraversare le stagioni della vita.

Qui trovi la playlist su Spotify  che hanno creato i ragazzi e le ragazze pensando a questo tema: sono 55 brani che parlano della loro quotidianità, dei sogni e delle loro fragilità

Associazione AMA Trento

13/04/2023