Le ricerche sulle scritte dei pastori della val di Fiemme a IFRAO 2018

Il Museo protagonista di un'intera sessione del congresso mondiale sull'arte rupestre

[ Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina]

Nell'anno in cui il Museo degli usi e costumi della gente trentina festeggia il cinquantesimo dalla sua fondazione,  partecipa anche alla XX Internazional rock art conferenze Ifrao 2018, che inizia domani 29 agosto a Darfo Boario Terme in Valcamonica.

Tra il 29 agosto e il 2 settembre studiosi provenienti da diverse parti del mondo portano contributi che hanno come tema principale l'arte rupestre di ogni luogo ed epoca storica. Il Museo in particolare guida una sessione tematica incentrata sul progetto di ricerca sulle scritte dei pastori della val di Fiemme, intitolata "Pastoral Graffiti. Old World case studies in interpretative ethnoarchaeology". Nel corso di due giorni, tra il 29 e il 30 agosto, viene approfondito il tema del legame tra arte rupestre e pastoralismo, con un occhio di riguardo ai dati etnoarcheologici. Partendo da alcuni contesti più lontani, quali il Marocco, l'Armenia e la Scandinavia, si torna poi in Italia con un'intervento sull'Abruzzo, passando quindi a diversi casi di studio sulle Alpi. Diversi interventi sono incentrati sul Trentino e gli ultimi risultati delle ricerche del Museo.

Il tema del congresso “Standing on the shoulders of giants / Sulle spalle dei giganti” sottolinea come l’arte delle origini costituisca una grande fonte di ispirazione per l’uomo moderno consentendogli di guardare al di là e al di sopra delle attuali culture. 35 sessioni affrontano in 5 giorni soggetti e temi regionali, recenti scoperte, nuove tecnologie e storia delle ricerche, per un totale di 530 comunicazioni. 500 relatori provenienti da oltre 50 Paesi di tutti i continenti illustrano i risultati dei loro studi sull’arte rupestre a cavallo fra archeologia, antropologia, storia dell’arte, studi interdisciplinari, in un grande excursus cronologico e geografico. Il Congresso è accompagnato da eventi culturali, uscite e visite a siti rupestri della Valcamonica, lectiones magistrales di importanti ricercatori.

In questo contesto trovano spazio degli approfondimenti sulla mostra Le scritte dei pastori. Tre secoli di graffitismo rupestre fiemmese in prospettiva etnoarcheologica, che raccoglie gli esiti dell’importante ricerca svolta dal 2007 dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, nell’ambito del Progetto APSAT, sul graffitismo popolare fiemmese risalente al periodo dal 1650 al 1950 ca. Si tratta della ricognizione sul campo, dello scavo, la catalogazione, l’analisi e l’interpretazione di migliaia di graffiti dipinti sulle falesie, ad altitudini che variano dai 1200 ai 2000 m ca., con un particolare pigmento locale detto bòl. 

6 anni di ricerche, 2.682 pareti rilevate, circa 30.000 scritte individuate, 5.000 già catalogate: questi i numeri della ricerca condotta dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina sui monti della valle di Fiemme. Migliaia di scritte lasciate sulla roccia tra la seconda metà del ’600 e la prima metà del ’900 testimoniano dell’intensa attività pastorale sulle pendici del monte Cornón. Sono segni che documentano il passaggio dei tanti uomini che, in perfetta solitudine, conducevano al pascolo le greggi. Sono rocce trasformatesi in grandi lavagne a cielo aperto che, analizzate una ad una, ci forniscono non solo una lista di nomi, di date, di capi di bestiame, ma ci svelano qualcosa del mondo dei pastori: uomini costretti alla solitudine anche amara del pascolo, eppure decisi a dichiarare la propria identità, il proprio buon diritto, il proprio saper scrivere. In questo contesto, una specifica metodologia di studio, l’etnoarcheologia, ha permesso di ottenere precisi risultati relativi alla frequentazione del Cornón per la pratica della pastorizia e della caccia, collocandone gli inizi già durante l’epoca preistorica, e di proporre un modello interpretativo generale che può in qualche caso risultare estensibile anche all’arte rupestre del passato.


28/08/2018