Nel ventre della balena
Trento da salvare 4: Cinema Vittoria
A metà degli anni Trenta, sotto la pressione d’interessi economici e politici, l’antico rione del Sass è sventrato. La trasfigurazione di luoghi e palazzi della città segue e rende manifesta la sostituzione degli organi democratici che la governano. Anche casa Lubich ex Ciani – Bassetti è sventrata per realizzare una sala cinematografica che della “Vittoria” su Addis Abeba porta il nome.
Nel 1936, il Soprintendente Gerola si oppone invano alla demolizione di quello che descrive come “l'esempio più notevole di cortile coperto che oggi ancora esista a Trento”. Della casa si salva solo la facciata settecentesca, dietro la quale l’ingegnere Giovanni Lorenzi (1901-1962) proietta un sorprendente spettacolo di modernità. Al rigore razionale della trama cartesiana che governa l’impianto architettonico si contrappone il “vorticoso” ritmo delle onde che s’irradiano dallo schermo avvolgendo di suoni, luci ed emozioni gli spettatori in sala.
Per la qualità degli spazi e per l’eccezionale conservazione di materiali e finiture questo gioiello deve essere salvato. Nuove incompatibili funzioni commerciali o residenziali potrebbero privare la cultura italiana di un rarissimo esempio di sala cinematografica ideata esclusivamente per questa “moderna” forma d’arte.
Lasciamo che a convincere i più scettici siano le belle fotografie di Pedrotti e le poetiche parole che De Carli dedica a questo capolavoro nelle pagine del Trentino nel novembre 1939, lettura che suggeriamo agli amministratori della città e delle attività culturali trentine, ricordando che all’ingresso della città ci accoglie la scritta: Trento città del Film festival.
FC
04/05/2017