«Storie di donne»

A Domenico Romano Mantovani il primo premio

[ Ufficio stampa dei Comuni di Arco e di Riva del Garda]

Per la prima volta è un uomo ad aggiudicarsi il primo premio del concorso letterario «Storie di donne»: Domenico Romano Mantovani (di Monfalcone) si è imposto con il racconto «Ti meriti un monumento». Seconda classificata l’arcense Elena Di Gregorio, vincitrice anche della sezione speciale «Medicina di genere», terza Samantha Falciatori (Terni). La premiazione della 18ª edizione del concorso organizzato dalla biblioteca civica «Bruno Emmert» (con la collaborazione di Gruppo Kos per la sezione speciale) si è svolta sabato 27 maggio all’auditorium di Palazzo dei Panni, presenti il direttore della biblioteca Alessandro Demartin, per la giuria Loreta Failoni, per l’amministrazione comunale l’assessore alla cultura Guido Trebo e per il Gruppo Kos il direttore sanitario dott. Francesco Terrasi. Assente il vincitore, impossibilitato alla presenza.

Il concorso vuole rappresentare uno spazio in cui chiunque, sia donna sia uomo, abbia voglia di raccontare la vita, le esperienze e i sogni del mondo femminile. Ogni partecipante ha potuto concorrere con un massimo di tre racconti brevi (non oltre 9000 battute); gli elaborati sono stati esaminati da due distinte giurie, composte da Loreta Failoni, Tiziano Grottolo, Claudia Terranova e Fabrizia Bort per le sezione generale, da Stefano Parisi e Alessandro Demartin per la speciale.

«Ti meriti un monumento” è un racconto che riesce a toccare vari temi -si spiega nella motivazione del primo premio- in poche battute veniamo trasportati all’interno di ciò che resta di una famiglia toccata in passato da un grave lutto. Il brano segue la routine quotidiana di Margherita, la protagonista che solo in apparenza compie una sorta di rituale senza senso, impegnando tutti i paesani in una recita silenziosa. La svolta che arriva nel finale rappresenta la vera ciliegina sulla torta. Con poche parole Margherita libera se stessa e la “monumentale” sorella Clelia dal pesante fardello che le lega. Il lettore viene messo di fronte a un segreto mai rivelato in grado di gettare nuove luce sul bizzarro comportamento di Margherita».

Al secondo posto Elena Di Gregorio con «Scollata e diligente»: «Il racconto -spiega la giuria- con ritmo inizialmente lento, affronta il tema del “doppio”, dell’altro da sé che c’è in ognuno di noi. L’aggettivo “scollata” del titolo si riferisce non a una scelta estetica che mette in mostra la femminilità, ma a qualcosa che si cela, a quella parte “altra” che solo raramente si manifesta, ma esiste e può diventare determinante in maniera inaspettata. La protagonista si narra, descrive giornate uguali e perfette, che scorrono lente e, forse, appaganti. Solo piccoli segnali che il suo corpo le manda, come piccoli campanelli di allarme. Un incontro inaspettatamente cambia la vita, stravolge l’andamento di un’esistenza borghese, causa conseguenze anche dolorose. L’epilogo è di apertura: il cambiamento regala una nuova prospettiva di consapevolezza esistenziale che induce il lettore a riflettere».

Il terzo premio è andato a Samantha Falciatori, autrice del racconto «Sulle ceneri di ciò che eravamo», con la seguente motivazione: «Per raccontare la guerra ci sono tanti modi diversi. Ogni prospettiva può offrire molteplici punti di vista. In questo caso è stata scelta la prospettiva di una ragazza “anonima”: la giovane Haya infatti è una della tante persone coinvolte loro malgrado in un conflitto. In questo aspetto c’è sicuramente una verità che talvolta rischia di essere trascurata: la guerra la subiscono in tanti. Tocca tutti, famiglie, fratelli, fidanzati, cittadini. La guerra stravolge gli equilibri e il prezzo da pagare è sempre alto, per tutti. Questo testo ha sicuramente il pregio di ricordare che in guerra esistono tanti punti di vista, per raccontare un avvenimento però bisogna fare delle scelte. L’autrice di “Sulle ceneri di ciò che eravamo” ha fatto sicuramente la scelta che non è mai sbagliata: dar voce alle vittime».

I vincitori hanno ricevuto un premio in buoni acquisto del valore di 500 euro il primo classificato, di 250 il secondo e di 150 il terzo.

Oltre alla sezione generale, il premio «Storie di donne» ha una sezione speciale, «Premio San Pancrazio» (i premi sono offerti da Gruppo Kos), che ha assegnato quattro premi: due a tema «No alcol» (300 al primo classificato, ovvero Francesca Motta con il racconto «Acqua salata», e 200 al secondo, Nadia Rotatori, di Senigallia, con «Da domani»), uno a tema «Gioco d’azzardo» (premio di 200 euro, vinto da Roberta Cadorin, di Udine, con «Vivi») e uno «Medicina di genere» (andato a Elena Di Gregorio, di Arco, con «Una gonna di lanetta», anche in questo caso premiata con 200 euro in buoni spesa). Per la sezione «No alcol» la giuria ha inoltre segnalato il racconto «Sono un’assassina» di Rita Mazzon (di Padova).

Come apprezzata consuetudine, durante la cerimonia sono stati letti brani dei racconti vincitori (quest’anno a leggerli è stata Laura Lotti), con intermezzi musicali del due Noterosa, ovvero Priyanka Ravanelli al violino e Monica Maranelli al pianoforte.

Ufficio stampa dei Comuni di Arco e di Riva del Garda

29/05/2023