Ai migranti

Ai confini fra teatro, danza e circo contemporaneo, Ai migranti mette in scena un andare di persone a piedi e per mare, nervi tesi, cuore sospeso ad aspettare l’Oltre

Danza , Teatro
[ 320chili.wordpress.com]

Stagione Teatro di Pergine
Prosa
 
Collettivo 320chili
Ai migranti
creazione e interpretazione di Elena Burani, Florencia Demestri, Piergiorgio Milano, Fabio Nicolini,
Roberto Sblattero, Francesco Sgrò
teatro danza con musiche originali di Simon Thierrée
direzione e coreografia di Piergiorgio Milano
disegno luci di Florence Richard / costumi di Roberta Vacchetta
fonica di Luca Carbone
organizzazione di Giovanna Milano
collaborazione alla scrittura coreografica di Florencia Demestri
collaborazione alla drammaturgia di Claudio Stellato
da un'’idea di Giovanna Milano

All’interno del festival SenzaConFine arriva a Pergine uno spettacolo al crocevia tra teatro, danza e circo contemporaneo. Ai migranti mette in scena un andare di persone a piedi e per mare, nervi tesi, cuore sospeso ad aspettare l’Oltre, un andare avanti camminando indietro, fino ad accorgersi di aver fatto strada. Sono stati vecchi bauli e valigie di cartone, oggi sono buste di plastica e ciabatte di gomma, per chi è fortunato scarpe da ginnastica. Moltitudini che si spostano senza mai scalfire la superficie del mondo. Ciò che rimane è un disperato tenersi al passo coi tempi, un’allegria forzata, la certezza che la vita, pur tra mille difficoltà, va avanti.

Ai migranti è un album fotografico. Ogni foto si sviluppa in profondità e nella dimensione del tempo. Guardandola ci accorgiamo di cosa c’era prima e cerchiamo i passi di chi ha dovuto abbandonare le proprie radici, attraverso il tempo e le nazioni. Colori e scenari di coloro che hanno sognato, sono partiti, hanno ricominciato, abbandonato e a volte ritrovato la loro vita.

 

«La compagnia 320 chili nasce nel 2007, dall’incontro di cinque giovani artisti di circo contemporaneo (il nome è la somma dei loro pesi corporei), uniti dall’esperienza comune di studio presso la scuola di circo Flic di Torino e la forte passione per le arti della scena. Negli anni, la vocazione artistica individuale e le differenti competenze tecniche hanno permesso loro di approfondire ambiti artistici diversi.

Il risultato è un mix perfetto di danza contemporanea, acrobatica, teatro di strada e nouveau cirque. Pura energia che esplora tutte le possibilità del movimento, portate frequentemente alle estreme conseguenze. Prove fisiche extra-ordinarie che non risultano mai un esercizio di stile. Una sfida alla gravità.Nonostante le azioni sceniche rocambolesche e mirabolanti, lo spettatore è conquistato dalle persone più che dai danzatori

La tensione verso l’alto, il cadere, il saltare (quasi volare), lo scivolare, il muovere l’altro sono le molle propulsive dello spettacolo Ai Migranti. Sei danzatori e pochi oggetti di scena, il buio e musiche-rumori eccellenti danno vita a un mondo che appartiene sì alla condizione di migrante (è solo il titolo a dare questa chiave di lettura), ma anche all’essere umano in generale.

Lo spettacolo indaga infatti l’uomo e la sua natura, esplorando con ironia e lucida cattiveria il difficile equilibrio tra il bisogno degli altri e la lotta individualistica per la sopravvivenza.

I momenti più divertenti e drammatici insieme sono quelli che riguardano i bisogni primari: la conquista di un posto dove dormire, la lotta per un pezzo di pane. Il ripetuto nascondersi dentro le casse-valigie di legno, rifugio e nascondiglio, evoca la condizione di clandestinità.Nonostante le azioni sceniche rocambolesche e mirabolanti, lo spettatore è conquistato dalle persone più che dai danzatori. Lo spaesamento tipico del migrante, le angosce di chi è appena sbarcato in un posto nuovo, il vivere di espedienti sono sviscerati con razionalità e freddezza. La poesia sta nel movimento, non nel racconto.

“Le migrazioni sono un andare di persone a piedi e per mare, stracci addosso e occhi spalancati, nervi tesi, cuore sospeso ad aspettare l’Oltre. Le migrazioni sono un andare avanti camminando indietro, guardando verso il passato per poi girarsi e accorgersi di aver fatto strada. Le migrazioni sono necessità istintuale di movimento interiore ed esteriore”, racconta il Collettivo.

Durante i passaggi di acrobatica aerea e di cerchio rotante, il pubblico sta col fiato sospeso. La tecnica circense diventa arte con la A maiuscola… fino al crescendo finale dove una gigantesca catasta di casse, vestiti, stracci, materassi e danzatori diventa il totem simbolico a cui ognuno può assegnare un significato proprio. Capolavoro, oserei dire».

di Claudia Pecoraro www.ilcambiamento.it 

«Il titolo Ai migranti, spettacolo vincitore del Premio Equilibrio 2010, suona come una dedica a tutti coloro che affrontano il difficile e doloroso spostamento verso rotte geografiche precise ma dense di incognite esteriori e interiori. Sulla scia del “Nouveau cirque” – genere nato Oltralpe, di commistione dell’arte circense con i linguaggi scenici della danza e del teatro contemporaneo – i cinque giovani artisti e interpreti del Collettivo 320Chili, accomunati dall’esperienza di studio alla scuola di circo “Flic” di Torino, hanno saputo coniugare “le diverse esperienze di formazione – così motivava, tra il resto, la giuria – in un risultato corale ed armonico che prende, tra l’altro ispirazione da un evento rilevante della nostra epoca, che riguarda tutti noi”.

È un susseguirsi di immagini evocative e pittoriche, un flusso continuo di movimenti e sequenze che rimandano, con qualche perdonabile ingenuità, alla chiara tematica dei popoli migratori. Il rumore del mare e una cassa faticosamente trascinata è l’immagine d’inizio. A quel baule se ne aggiungeranno altri due, diventando l’oggetto emblematico del racconto. È zattera, scoglio, casa, nascondiglio, tavolo, scrigno di ricordi. Si esce e si entra in esso, con salti e capriole; ci si nasconde, vi si abita, ci si difende. Le casse unite diventano panchine di un vagone ferroviario dove i danzatori, dormienti e accatastati l’uno sopra l’altro, ingaggiano una geniale e divertente coreografia scompaginandosi in un continuo intreccio in cui si scacciano a vicenda da quel piccolo spazio senza toccare terra. L’impeccabile tecnica acrobatica dei performer viene piegata alla necessità del movimento a volte descrittivo, a volte più simbolico.

Sfuma in danza corale tra acrobazie, scivolamenti e avanzamenti in ginocchio; in assoli e duetti struggenti e ironici, che esprimono condizioni dell’anima e tessiture relazionali. La coreografia, firmata da Piergiorgio Milano, crea raccordi gestuali dosando l’energia esplosiva a gesti più contenuti. Mantiene sempre chiaro il filo rosso del racconto. Evoca immagini di sbarchi clandestini, di approdi e di ulteriori fughe, di conflitti fra gruppi, di angusti ritrovi, di solidarietà necessaria. E non sono mai retoriche certe figurazioni che sono espliciti rimandi: come la contesa di un pezzo di pane che passa da una mano all’altra, o il ritrovamento di corpi morti o in fuga illuminati a flash da un gioco di torce elettriche che perlustrano nel buio della scena mentre s’odono rumori di passi, di cani e di polizia. Più semplicistici altri passaggi: come l’uso della corda per riprendere chi vorrebbe far ritorno, o per acrobazie aeree troppo insistite.

Il finale è una sarabanda poetica. Nella confusione di una folla in preda ad una follia anarchica, un uomo si trascina come un barbone recando con sé un mucchio di oggetti – materassi, coperte, tubi, borse, cartoni – che diventeranno di tutti. Dalle borse usciranno stracci buttati in aria mentre alcuni innalzeranno una torre con le casse addobbandole con altri oggetti. Intanto uno del gruppo avrà costruito un enorme cerchio e, danzandovi appeso come l’uomo michelangiolesco, ruoterà lievemente scivolando su quella scena di derelitti, mentre tutto si acquieta in un silenzio pregno di storie»

Giuseppe Distefano www.ilsole24ore.com 

Costi

Intero €€ 15,00 - Ridotto Carta In Cooperazione €€ 13,50 - soci Cassa rurale di Pergine, over 65 e under 30, carta “Amici del Teatro” €€ 12,00 - Posti buca d’orchestra €€ 12,00

parte di: SenzaConFine

organizzazione: Associazione culturale Aria - Comune di Pergine Valsugana