Animali all'ombra del basilisco

Mostra

mostra di oli e stampe artistiche di
Maurizio Boscheri

A Mezzocorona chi osserva la spaccatura nella roccia che accoglie il castello di san Gottardo confessore, non può che ripensare alla figura mitologica del basilisco, un mostruoso e fantastico animale che infestava queste zone molti secoli addietro. Il santo stesso o, secondo altri, un Firmian, avrebbe ucciso questa creatura. Resta il fatto che è ancora conservata la lastra tombale de l’om de fer, l’uomo rivestito della corazza di ferro. Le tracce di questa leggenda si possono scoprire in paese, in forma spesso nascosta, come ad esempio nella chimera dalla coda di drago in uno degli affreschi di palazzo Firmian, opera di Paul Trogher di Monguelfo (1698-1762) o nel muso di drago che impreziosisce il cannello in ferro della fontana davanti all’antico maso della Vicinia, sede dove si svolge la mostra di Maurizio Boscheri. La pittura di questo artista autodidatta di Laghetti di Egna, nato però a Mezzolombardo, porta il visitatore in un mondo al confine tra la realtà e il sogno, avvicinando gli osservatori agli animali che popolano alcuni degli angoli più suggestivi del pianeta. È un invito indiretto a considerare la bellezza della natura, che da vera artista ha saputo creare forme diverse e accattivanti, caratterizzate da molti colori e sfumature. Maurizio riesce a cogliere con abilità questi particolari, per mostrarli poi a chi guarda le sue opere, nascondendo però al tempo stesso la difficoltà che comporta tale precisione lenticolare. Dote del pittore è indubbiamente l’uso della spezzatura, come raccomandava nel 1518 Baldesar Castiglione (1478-1529) nel libro il Cortegiano: la fatica è necessaria per apparire naturali, ma va nascosta con arte.

Maurizio Boscheri mi accoglie nel suo studio di pittura a Laghetti di Egna (Bolzano) in una fredda mattina d’inverno: la prima parola che mi viene in mente è, curiosamente, Gesamtkunstwerk: opera d’arte totale. Il profumo dei colori freschi, le tele appoggiate in un ordine scomposto, la precisione con la quale sono allineati i pennelli. Sembra di compiere un salto in un mondo diverso, del quale per un’oretta sono stato ospite privilegiato. Maurizio, nato a Mezzolombardo nel 1955, è stato un manger in diverse multinazionali, assillato dall’orologio, finché ha cercato uno sfogo, trovandolo nella pittura. Da autodidatta ha iniziato a riprodurre su tela gli animali che aveva studiato fin da bambino per passione. Il racconto dei suoi viaggi è intrigante: conosce con sicurezza luoghi come la Foresta amazzonica o il Nicaragua, si sente a proprio agio nei paesaggi della Thailandia, o della Birmania, come mostrano le fotografie che mi fa scorrere sotto gli occhi. Animali e forme esotiche, colori brillanti, impressi prima dalla fredda pellicola, poi riscaldati dal colore che Maurizio applica sulla tela. È un dipingere attento, veloce, scevro da ogni artificio. Sorprende come riesca a ricordare e riproporre, qui sta il bello, le forme che ha visto in giro per il mondo; dipinge e mi racconta di se, delle prime prove, dell’idea di creare quadri di grande e piccolo formato, di produrre stampe per allargare la propria offerta. Molte tele sono state acquistate da chi ha deciso di portarsi a casa un pezzo di natura diversa dal solito e la mostra di Mezzocorona, posso assicurarlo, renderà chiaro il concetto. Il tempo vola, ma in quei sessanta minuti l’artista mi ha suggerito un modo diverso di osservare il mondo, lasciandosi stupire dalla natura.
Paolo Dalla Torre