Babau & Brouny

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Due figure umane rivestite da elementi botanici: foglie, fiori e rami, si muovono nello spazio scambiando gesti di cura e affetto. Sono maschere che si fondono l’una con l’altra e proiettano l’attenzione verso uno sguardo che sconfina e fonde il corpo con l’ambiente che lo circonda.

Attraverso la mimesi ed un processo di tipo animistico eco femminista Bosetto ritrae un atto d’amore tra figure ibride e mostruose, riprendendo l’immaginario dalle antiche tradizioni folcloristiche pagane e carnevalesche.

Babau proviene dalla mitologica figura fiabesca europea dell’uomo nero, l’orco, il mostro immaginario dalle caratteristiche indefinite.

Le piante selezionate dall’artista infatti sono le stesse che vedeva dalla finestra della sua cameretta le quali nell’oscurità notturna si trasformavano ai suoi occhi in splendide figure mostruose.

Uno strutturale animismo irriflessivo e inconsapevole che diventa strumento per offrire una differente visione della natura e per un approccio all’amore di tipo univoco e interspecie.

Benni Bosetto (1987, Merate) vive e lavora a Milano. Si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, e ha studiato al Sandberg Instituut, Amsterdam. Le sue recenti mostre personali includono Emanuela Campoli, Milano; MAMbo Museo d’Arte Moderna, Bologna, (2022); Almanac, Torino (2020); Kunstraum, Londra (2019); Fonderia Battaglia, Milano (2018); Convento de los Domenicos, Eivissa (2017); Tile Project Space, Milano (2016). Le sue recenti mostre collettive includono Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene; Triennale di Milano, Castello di Rivoli, Torino; (2023) MAXXI L’Aquila (2022); GAMEc, Bergamo (2022); Galleria Civica, Trento (2021); Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (2021); Quadriennale d’arte, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2020); Palazzo Re Rebaudengo, Guarene (2020); Villa Medici, Roma (2019); Artissima Special Project, Torino (2019); MAMbo, Bologna (2019); OGR, Torino (2018); Fondazione Baruchello, Roma (2018).

Costi

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