Frankenstein (a love story)
Motus
My hideous progeny!
Frankenstein o Il moderno Prometeo è il tessuto connettivo di questa "nuova creatura”. Un progetto mostruoso composto dalla cucitura di diversi episodi e dal desiderio di ridare vita all’inanimato, galvanizzandolo, scomponendo e ricomponendone pezzi letterari. Uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein.
La struttura a scatole cinesi del libro che Mary Shelley ha scritto a soli diciannove anni e la sua stessa biografia, che tanto si riflette nelle vicende dolorose della creatura inascoltata, sono materia da cui partire nella composizione - con la collaborazione drammaturgica di Ilenia Caleo e la scrittura originale di Paul B. Preciado.
Il tema della “progenie mostruosa” che Shelley ha ideato per prima – facendo un balzo dal romanzo gotico alla fondazione di quello fantascientifico, è poi ripensato da molt^ studios^ come una figurazione del possibile – figurazione e favola di un mondo non riproduttivo – dalle vivaci ramificazioni contemporanee nella filosofia postumana. Toccare il non umano, il mostruoso, l’artificiale, sentirne la carne. Il confine pericoloso tra vivente e non vivente.
I processi di composizione e decomposizione. Cellule che si autorigenerano fuori dal corpo umano, tecnologie di hackeraggio della riproduzione e Intelligenze Artificiali in rivolta… La notte in cui Mary Shelley sogna Frankenstein ad occhi aperti ricorda la notte in cui lo scienziato vaga raccogliendo frammenti di cadaveri, come la notte primitiva, dell’inizio del mondo. Scenari di creazione, immaginazione mostruosa.
La natura è in tumulto. Nei paesaggi estremi, raggelati, dolorosi, due figure si inseguono, cercando ripari. Rabbia, amore, inquietudine, orrore, e ancora amore, amore, un eccesso di amore non corrisposto. «Non vedevo né sentivo parlare di nessuno simile a me» – come l’umano, unico della sua specie, anche la creatura è un unico.
La solitudine radicale di una creatura inascoltata, intoccabile, che non trova nessun altr^ a cui parlare, che possa pronunciare il suo nome. È sui confini che i mostri proliferano. Tra i mondi. E qui, tra le cuciture suturate di carni e pelli diverse, questo lavoro prova a stare. Il mostro generato è “un infelice”, “a wretch”, come si dice di chi parte svantaggiato, di chi nasce non perfettamente equipaggiato per l’avventura del mondo: ma si ricordi bene che monstrum deriva da monēre, ammonire, e nel monito c’è sempre qualcosa di prodigioso…
We need Monsters
and we need to recognise
and celebrate
our own monstrosities.
(J. Halberstam )
FRANKENSTEIN (a love story)
By Motus
regia: Daniela Nicolò & Enrico Casagrande
con: Silvia Calderoni (e due interpreti in definizione)
collaborazione drammaturgica: Ilenia Caleo e Paul B. Preciado
luci: Theo Longuemare
fonica: Martina Ciavatta
sculture sceniche e maschere: Nagi Gianni
grafica: Federico Magli
produzione: Francesca Raimondi
organizzazione e logistica: Shaila Chenet
promozione: Ilaria Depari
comunicazione: Dea Vodopi
distribuzione internazionale: Lisa Gilardino
una produzione Motus con Emilia-Romagna Teatro ERT (Bologna), TPE - Festival delle Colline Torinesi (Torino), Kunstencentrum VIERNULVIER (Ghent-BE) e Kampnagel (Amburgo-DE). residenze artistiche ospitate da AMAT, Santarcangelo Festival, Teatro Galli (Rimini), La Corte Ospitale (Rubiera), Rimi-Imir (Stavanger - NO) e Berner Fachhochschule (Berna - CH). con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna.
Informazioni
Biglietti disponibili in prevendita online su www.boxol.it/centrosantachiara/it oppure presso le biglietterie dell’Auditorium S. Chiara e del Teatro Sociale.
Per maggiori informazioni visitare il sito www.centrosantachiara.it o chiamare il numero verde 800013952
Per tutte le informazioni, gli aggiornamenti e/o eventuali modifiche al programma consultare il sito ufficiale: https://www.centrosantachiara.it/spettacoli/spettacolistagione/stagione-regionale-contemporanea-verde_acceso