Hanno occupato il Santa Chiara

Cinema

Sarà presentato il 14 settembre 2024 alle 20.30 presso il Teatro Cuminetti a Trento, il film documentario dal titolo “Hanno occupato il Santa Chiara” prodotto dall’ Istituto Nazionale di Urbanistica - INU Sezione Trentino, con il supporto di Fondazione Caritro e Comune di Trento.

La pellicola, del regista Andrea Andreotti e con la fotografia di Matteo Scotton, è il frutto di un  lungo percorso attraverso le testimonianze di una storia, diversamente urbana: l’occupazione della zona del Santa Chiara quale simbolo di un momento storico e di una movimentazione sociale che a Trento ha trovato sviluppo e identità. “Sono gli anni ‘70” ci racconta Anna Viganò, presidentessa della Sezione “un momento storico che ha dettato molte regole per lo sviluppo della città, i cui effetti sono ciò che oggi viviamo da cittadini e cittadine. Una storia che parla di attivismo e responsabilità civile. E ovviamente di città.” 

Linee di sviluppo, modelli abitativi e di servizio al grande afflusso demografico verso la città, preservazione del centro storico, cementificazione incontrollata e conseguente qualità della vita urbana sono alcuni dei temi con cui l’urbanistica cittadina si è trovata a duellare in quegli anni. “Fondamentale in questo l’apporto della comunità e dei Comitati di quartiere.”

Oggi scomparsi, quantomeno nella loro “ufficialità”, i Comitati di quartiere erano assemblee cittadine più o meno strutturate, dove cittadini e cittadine discutevano su problemi quotidiani: caro bollette e in generale il carovita,  condizioni contrattuali, lavorative e salariali, difficoltà nell’accesso alla casa e sfratti. Il tema del verde, quale spazio di relazione e salubrità, e la qualità dell’ambiente cittadino, erano al centro delle rivendicazioni. 
“Un evento recente in realtà passato all’oblio” (dal dott. Alessandro Livio intervistato nella puntata di I Lab - FMST dedicata) è quello del Santa Chiara.  “Il parco ormai esiste da cinquant'anni ed un punto fondamentale per la città. Ma pochissime persone sanno la storia che c’è dietro”. Ed proprio attraverso il lungo lavoro di ricerca e intervista, prima, e di realizzazione del film poi, che il progetto “Luoghi, di noi” vuole raccontare, o per meglio dire, informare la popolazione su questa storia. Ridandole vita.

“Questo lavoro mi ha insegnato che si deve tornare ad occuparsi del presente”, racconta il registra Andrea Andreotti. “Arrivando alla storia del Santa Chiara mi è diventato chiaro che occuparsi del proprio tempo, essere presenti nel proprio tempo è la cosa più significativa”. 

Un film che ripercorre un periodo storico ed un’esperienza di partecipazione “responsabile”: in termini soprattutto di tempo, di coraggio, di azione. Periodo in cui la lotta per  il bene comune ha regalato, in questo caso, il Parco Santa Chiara (e con lui anche il Parco di CristoRe, di Maso Ginocchio e altri) alla cittadinanza. “Una dimostrazione dunque di come le cose possano cambiare, anche con azioni dal basso, se alimentate e partecipate” continua Viganò.  

Un progetto portato avanti con diversi soggetti locali: dalla Fondazione Museo Storico che ospita le interviste e altro materiale documentale dell’importante ricerca storica svolta nella prima fase del progetto, al Centro Servizi Santa Chiara, ospite della “prima” del film e della analoga mostra allestita presso gli spazi del Giardino Martini. Insieme all’Ordine degli Architetti PPC di Trento, l’Associazione Giovani Architetti del Trentino e il Liceo Vittoria di Trento, ampiamente coinvolto nella realizzazione del  documentario. E’ degli studenti e delle studentesse la  firma del modellino scenografia di riprese. Ed è loro la voce, insieme ai contributi del dott. Andrea Mubi Brighenti e dell’arch.a paes. Valeria Zamboni, di quel dibattito con il contemporaneo di cui la storia aveva bisogno, e nucleo narrativo del film. 

Una storia che ritrova la sua energia nell’essere (finalmente) raccontata e ri-contestualizzata: in dialogo con l’oggi e, ancora una volta, con la sua comunità. 
un film documentario
dal progetto "Luoghi, di noi"