Hiroshima e dopo
Dal primo esempio di guerra nucleare agli arsenali attuali
mostra fotografica a cura di Mirco Elena
"Il 6 agosto 1945 cambia la storia del mondo, con la distruzione di Hiroshima. Quasi centomila persone, quasi tutte civili, sono uccise in un istante, spietatamente ed inutilmente, dato che i destini della seconda guerra mondiale erano ormai già segnati. C'è un nuovo modo di morire: per le radiazioni atomiche. In pochi anni si sviluppa una sfrenata corsa agli armamenti e gli arsenali nucleari mondiali crescono fino a 70.000 bombe, un numero sufficiente a minacciare il futuro della civiltà umana come la conosciamo oggi. Esplosioni nucleari vengono effettuate in aria, sulla terra e nell'oceano, per verificare le potenzialità e modalità operative dei nuovi ordigni. La più potente di queste bombe è 3.000 volte più distruttiva di quella di Hiroshima. Le diplomazie, le organizzazioni pacifiste, i cittadini cercano di porre un limite alla folle corsa e riescono a ridurre gli arsenali mondiali odierni a “solo” circa 15.000 testate. Alcune nazioni decidono di rinunciare alle loro bombe atomiche. Si diffondono le zone denuclearizzate. Ma gli stati più potenti non vogliono privarsi del nuovo strumento di guerra. Ecco allora che la società civile si impegna e nel 2017 viene approvato alle Nazioni Unite il trattato che proibisce tutte le bombe nucleari. Questa iniziativa si ispira al bando delle armi biologiche del 1972, di quelle chimiche nel 1993, delle mine del 1997, delle bombe a grappolo del 2008, ma non vincola che gli stati aderenti. Anzi alcuni ritengono che possa ridurre l'efficacia del trattato di non proliferazione che fino ad ora ha limitato la diffusione delle bombe nucleari a ulteriori stati.
organizzazione: CCI - Centro per la Cooperazione Internazionale