Il cacciatore di nazisti

Spettacolo per la Scuola Secondaria di Secondo Grado

Teatro
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Il cacciatore di nazisti racconta la storia di Simon Wiesenthal ironicamente apostrofato come “il James Bond ebreo”, un sopravvissuto all’Olocausto che, dopo essere stato imprigionato in cinque diversi campi di sterminio, ha impegnato la sua vita successiva a dare la caccia e a consegnare al giudizio del mondo i più crudeli criminali di guerra della storia umana. 

“Il mio obiettivo non è produrre lacrime, per quello ci sono le soap opera”. 

La vicenda, ambientata nel 2003, idealmente nell’ultimo giorno di lavoro di Wiesenthal prima della pensione, nell’ufficio/museo del Centro di documentazione ebraica a Vienna da lui stesso fondato, racconta per ellissi e episodi emblematici i 58 anni di inseguimento ai criminali di guerra nazisti responsabili della morte di più di 11 milioni di persone, di cui 6 milioni di ebrei. 

Un avvincente thriller di spionaggio e, nel contempo, un documento storico rivissuto con trasporto, umana partecipazione, sdegno, talvolta vaccinato dal tipico caustico umorismo ebraico, e mira a radiografare uno dei periodi più bui del nostro recente passato, un tempo in cui “la coscienza in quanto tale era morta”. 

Il testo, affilato, rapido e potente, si interroga così non solo sulla feroce banalità del male quanto sulla sua genesi, e mira alla conoscenza e all’analisi dell’orrore. Un modo per reagire a quella che Simon Wiesenthal ricorda come la più cinica delle armi psicologiche che i soldati delle SS utilizzavano contro i prigionieri dei Lager: “Nessuno di voi rimarrà per portare testimonianza, ma se anche qualcuno scampasse, il mondo non gli crederà. Forse ci saranno sospetti, discussioni, ricerche di storici, ma non ci saranno certezze, perché noi distruggeremo le prove e distruggeremo voi. E quand’anche qualche prova dovesse rimanere, e qualcuno di voi sopravvivere, la gente dirà che i fatti che voi raccontate sono troppo mostruosi per essere creduti: dirà che sono esagerazioni della propaganda alleata, e crederà a noi che negheremo tutto, e non a voi. La storia dei Lager, saremo noi a dettarla”. 

Il cacciatore di nazisti diventa così un tentativo epico, teatrale e civile per combattere la rimozione e l’oblio, per rispondere con la narrazione e la memoria al monito che le storie come quella di Anna Frank o di Albert ancora ci suggeriscono: “Non dimenticate mai, mi fido di voi!” Un’esortazione che Wiesenthal scopre nel breve messaggio lasciato dal bambino Albert, una delle tante vicende narrate. 

La stessa esortazione che Wiesenthal rivolgerà al pubblico a fine spettacolo. 

NOTE BIOGRAFICHE 

La vita di Wiesenthal ha dell’incredibile, poiché con il suo lavoro di ricerca e investigazione è riuscito a consegnare alla giustizia circa 1.100 criminali nazisti. 

Tra i suoi successi più clamorosi vi fu la cattura di Karl Silberbauer, il sotto ufficiale della Gestapo responsabile dell’arresto di Anna Frank, o di Franz Stangl, il comandante dei campi di Treblinka e Sobibor, oltre alla famigerata caccia a Adolf Eichmann, l’uomo che pianificò e mise in atto l’eliminazione sistematica di milioni di ebrei, operazione che lo stesso Hitler amava definire “la soluzione finale”. 

Quello ad Eichmann fu uno dei processi più importanti del secolo scorso. Iniziato nell’aprile del 1961 a Gerusalemme, terminò otto mesi dopo con la condanna a morte per impiccagione dell’imputato per “crimini contro l’umanità”. 

Quando la Germania invase l'Unione Sovietica nel 1941, Wiesenthal e la sua famiglia furono catturati dai nazisti ed avviati verso i campi di concentramento. La moglie di Wiesenthal riuscì a nascondere la sua identità ebraica grazie a documenti falsi, che le vennero forniti dalla resistenza polacca in cambio degli schemi degli scambi ferroviari disegnati da Wiesenthal. Simon non fu così fortunato, e fu internato in vari campi di concentramento, dove sfuggì all'esecuzione in varie occasioni. 

Simon Wiesenthal fu un sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti e, con la Liberazione alla fine della II Guerra Mondiale, dedicò l’intera vita a documentare i crimini relativi all’Olocausto, consegnando i colpevoli alla Giustizia. 

Soprannominato il “James Bond ebreo”, Wiesenthal, in collaborazione con il Governo di Israele, Austria e della Germania dell’Ovest, scopri più di 1.100 criminali di guerra nazisti. 

Due di questi criminali comprendono Adolf Eichmann, l’amministratore dello sterminio degli ebrei, e Erich Rajakowitsch, lo sterminatore degli ebrei d’Olanda. Wiesenthal fondò e fu a capo del Jewish Documentation Center di Vienne, dove furono intraprese le sue ricerche. 

Fu autore di testi memorabili, “The Murderers Among Us”, “Sunflower” e “Sails of Hope”. 

IL CACCIATORE DI NAZISTI
L'AVVENTUROSA VITA DI SIMON WIESENTHAL

basato sui suoi scritti e sulle sue memorie
con Remo Girone
testo e regia di Giorgio Gallione
scene e costumi Guido Fiorato
musiche Paolo Silvestri disegno luci Giuseppe Filipponio
direzione tecnica Stefano Orsini
organizzazione generale Giulio Corrente
produzione Ginevra Media Production p
rogetto artistico Giorgio Gallione e Gianluca Ramazzotti

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