Il pensiero bianco
Incontro con Lilian Thuram, ex calciatore e attivista nell’educazione contro il razzismo, e Marco Aime, antropologo

E se “bianco” non fosse solo il colore della pelle, ma un modo di pensare?
Un’abitudine a considerarsi come la norma, come il centro del mondo?
Attraverso un viaggio nella storia – dal colonialismo alla schiavitù, dalla razzia delle risorse naturali africane alla spoliazione dell’arte – un ex campione di calcio come Lilian Thuram, oggi attivista per i diritti umani, e Marco Aime, uno dei più grandi antropologi italiani, ci parlano di razzismo concentrandosi non su chi lo subisce, ma su chi dalla discriminazione trae vantaggio. Ed ecco che acquisisce consistenza l’idea del “pensiero bianco”: un sistema di gerarchie e di dominio diventato invisibile proprio perché profondamente radicato nella nostra cultura. Vogliamo cambiare questa realtà? Allora iniziamo a cambiare prospettiva, mettendoci in discussione per tornare a riconoscerci, al di là delle differenze, come esseri umani.
LILIAN THURAM
Ha segnato un’epoca del calcio mondiale. Difensore francese di origini guadalupensi, Lilian Thuram è stato campione del Mondo nel 1998 e d'Europa nel 2000. Oltre a vestire la maglia della Francia è stato giocatore di Monaco, Parma, Juventus e Barcellona, diventando nel tempo un'icona di forza e lealtà. Oltre ai successi sul campo, Thuram è un attivista impegnato contro il razzismo che lo ha portato nel 2008 a dare vita alla Fondazione Lilian Thuram, ancora oggi attiva nel campo del contrasto ai pregiudizi e alle disuguaglianze. Tra le sue opere Il pensiero bianco. Non si nasce bianchi, lo si diventa (Add editore, 2021).
MARCO AIME
«Gli esseri umani tracciano spesso confini su basi arbitrarie, ma quei confini diventano poi reali e su di essi si costruiscono discriminazioni, si scatenano guerre e si perpetuano massacri». Antropologo e narratore acuto, Aime ci invita a esplorare le pieghe più nascoste delle culture umane. Professore all'Università di Genova, ha viaggiato e fatto ricerca tra le Alpi e l'Africa Occidentale, svelando dinamiche sociali e tradizioni sorprendenti. Con una prosa lucida e coinvolgente, Aime smonta pregiudizi e costruzioni identitarie, portandoci a riflettere sul significato di "altro" e sulla ricchezza della diversità. Tra le sue opere Classificare, separare, escludere: razzismi e identità (Einaudi, 2020).
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