Il teatro aureo

I disegni di Luciano Baldessari per il Giuliano di Riccardo Zandonai

Mostra

Dal 17 dicembre negli spazi del Teatro Zandonai e nel foyer dell’Archivio del ’900 del Mart  sarà allestita la mostra Il teatro aureo. I disegni di Luciano Baldessari per il Giuliano di  Riccardo Zandonai.  

Curata dalla Fondazione C.A.S.V.A. in collaborazione con il Mart, Museo di arte moderna  e contemporanea di Trento e Rovereto, la mostra è promossa dal Comune di Rovereto  con il contributo della Comunità della Vallagarina. 

Nell’abbraccio intimo del teatro, il progetto espositivo dello studio Baldessari e Baldessari  raccoglie i bozzetti che l’architetto e scenografo Luciano Baldessari realizza nel 1927-28  per l’opera lirica Giuliano, composta dall’amico Riccardo Zandonai, come lui roveretano.  

I preziosi e poco noti bozzetti, provenienti dagli archivi del Mart, del C.A.S.V.A.-Comune di  Milano e del Museo Teatrale alla Scala, mostrano la ricca gamma di modulazioni tipica  della matita di Baldessari, da poco rientrato dal soggiorno berlinese (1923-26) dove ha  lavorato per i più grandi registi della scena espressionista, innamorandosi anche della  sperimentazione del Bauhaus. I costumi mostrano una ricerca còlta che richiama lo stile di  Pisanello, di Gentile, di un Medioevo fiabesco e un po’ rarefatto, mentre le scene,  drammatiche, suggeriscono accesi cromatismi e dense zone d’ombra.  

Tutto vibra, tutto si muove: il teatro è un’avventura umana imprescindibile, per Baldessari.  Buio e luce diventano il tessuto di cui si veste la finzione scenica. I disegni traducono  questa visione “aurea”, intessuta di schegge cromatiche che riflettono la tensione  drammaturgica.  

L’allestimento della mostra evoca questa partitura dinamica, occupando lo spazio del golfo  mistico e innescando con gli spettatori una relazione diretta che proietta, idealmente, la  mostra sul palcoscenico, avvicinando la dimensione della visione a quella  dell’immaginazione e dell’ascolto. 

La mostra riassume le diverse atmosfere che scandiscono la vicenda di Giuliano, tratta  dalla Legenda aurea di Jacopo da Varagine (1252-65): giovane nobile che, dopo aver  scoperto di essere destinato a uccidere i propri genitori, si illude di poter ingannare la  terribile profezia abbandonando il palazzo, diventando cavaliere in una terra lontana e  ricominciando una nuova vita a fianco di una giovane sposa. Il destino, pur allontanato nel  tempo e nello spazio, è pronto a compiersi, trascinando Giuliano in una spirale di  disperazione che trova sollievo nella penitenza e nel “romitaggio”. 

Su libretto di Arturo Rossato, inizialmente pensata per il Teatro Sociale di Como, l’opera  viene rappresentata al San Carlo di Napoli nel 1928. Una nuova legge sui diritti d’autore  posticipa significativamente la produzione. Casa Ricordi accoglie i disegni di Baldessari  con una certa freddezza: per questo motivo l’architetto abbandona il progetto, lasciandolo  nelle mani di Augusto Carelli e Cesare Fratino. “Nella soddisfazione del successo”,  Zandonai confida all’amico il rimpianto “di non averlo avuto vicino come collaboratore”:  una dichiarazione di stima, questa, che conferma il comune sentire dei due artisti. 

Complementare alla mostra in teatro è la selezione di opere e documenti storici che il Mart  allestisce nei propri spazi, a sottolineare la relazione fra i luoghi della cultura, in una città in  cui arte visiva e musica hanno spesso dialogato. Attraverso opere grafiche provenienti  dalle Collezioni del Mart e materiali librari e archivistici provenienti dal Fondo Luciano  Baldessari dell’Archivio del ‘900, i visitatori potranno cogliere la centralità della cultura  teatrale nella formazione e nel lavoro dell’artista, e in particolare il rapporto di amicizia e  collaborazione con Zandonai. Libretti d’opera, manuali di scenotecnica e carteggi del Mart  sono affiancati da documenti provenienti dal Fondo Zandonai della Biblioteca G. Tartarotti  di Rovereto, che raccontano alcuni aspetti della stesura e della realizzazione del Giuliano. 

La mostra è accompagnata da un catalogo, pubblicato da Nomos edizioni, con testi di  Anna Chiara Cimoli (Università degli studi di Bergamo; presidente della Fondazione  C.A.S.V.A.), Patrizia Regorda e Giosuè Ceresato (Archivio del ’900, Mart), Elena  Mazzoleni (Università degli studi di Bergamo), Irene Comisso (Centro Internazionale di  Studi "Riccardo Zandonai"), Stefano Brenna (docente a contratto Università degli studi di  Bergamo) e Cesare Cunaccia (giornalista e curatore).  

 

 

Costi

Ingresso gratuito