In alto. Il sistema di rifornimenti militari tra lo Zugna e gli Altipiani

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L’imponente fortificazione del confine italo-austriaco voluta dall’impero austroungarico portò alla realizzazione di numerose fortezze sugli Altipiani Cimbri e nel basso Trentino.

Fu perciò necessario potenziare la rete stradale, le linee ferroviarie e di comunicazione. In preparazione dell’offensiva austriaca della primavera 1916 sugli Altipiani si sviluppò un capillare sistema di trasporto su ferrovia e teleferica per far fronte alle necessità della guerra in montagna.

Il settore di maggior sforzo ingegneristico e logistico del Genio austriaco venne a concentrarsi tra l’Adige e il Grappa. Allo stesso modo, il Genio militare italiano, non potendo far affidamento su una rete ferroviaria in territorio occupato, costruì una fittissima rete di teleferiche, che permise di rifornire centinaia di migliaia di uomini in montagna, per anni, adottando soluzioni tecniche che verranno sfruttate anche nei decenni successivi.

Tra le opere più significative spiccano la Strada delle 52 gallerie da parte italiana, la teleferica Caldonazzo Monterovere e la strada della Barricata da parte austriaca. Il sistema costruttivo adottato, venne applicato nel dopoguerra nella realizzazione di grandi funivie per trasporto persone, tra cui la Funivia Merano-Avelengo, realizzata dall’ing. Luis Zuegg nel 1922.

Nella mostra allestita al Museo della Guerra di Rovereto, una selezione di fotografie storiche, filmati, ricostruzioni cartografiche e cimeli permette di approfondire il tema della logistica militare attraverso quattro focus tematici e geografici. Una sezione sarà dedicata al monte Zugna, una al Pasubio, una terza sezione riguarda il settore degli Altipiani cimbri ed una agli sforzi logistici per raggiungere l’Altipiano di Asiago. L’apparato di documenti, immagini e testi descrittivi, racconta gli sforzi di entrambi gli eserciti, italiano ed austro-ungarico, per rifornire centinaia di migliaia di uomini in quella che Diego Leoni ha chiamato la “guerra verticale”.

La mostra fa parte del progetto “Connessioni montane. Viaggio dalla guerra al turismo” per l’Anno dei Musei dell’Euregio

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