Io sto con la sposa

Cinema
[ Ufficio stampa Fondazione AIDA]

Sabato 14 marzo, ore 20.30, presso il Teatro Valle dei Laghi, il regista Khaled Soliman Al Nassiry,  presente in sala grazie al supporto della Comunità Valle dei Laghi, presenterà il suo film-documentario che racconta l'incredibile viaggio di uomini e donne che, in fuga dalla guerra, inseguono il proprio sogno di libertà, inscenando un finto matrimonio e attraversando mezza Europa, una storia realmente accaduta sulla strada da Milano a Stoccolma tra il 14 e il 18 novembre 2013.

Aspettando l'evento, sarà possibile cenare al Caffè Culturale The Staff a partire dalle ore 19.00, prenotando presso il Teatro.

Italia/Palestina, 2014
Titolo originale: Io sto con la sposa
Genere: Docu-fiction
Durata: 89'
Regia: Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry
Cast: Tasneem Fared, Abdallah Sallam, MC Manar Manar, Alaa Bjermi, Ahmed Abed

Per andare in scena si comincia sempre dal costume, l'abito creato apposta per gli attori e indossato durante la rappresentazione. Ma quello che il documentario di Gabriele Del Grande, Antonio Augugliaro e Khaled Soliman al Nassi racconta è la realtà di uomini e donne che hanno interpretato un ruolo e infilato un costume per beffare il destino e garantire un futuro a chi amano.

È il pomeriggio del 20 ottobre 2013. E tre amici si incontrano alla stazione del treno di Milano Porta Garibaldi per un caffè. Sentendoli parlare in arabo, un ragazzo palestinese si avvicina chiedendo loro se sanno da che binario parte il treno per la Svezia. I tre gli rispondono che non c’è nessun treno per la Svezia e lo invitano a prendersi un caffè insieme. È così che inizia il viaggio, con destinazione Svezia, di Io sto con la sposa, documentario finanziato “dal basso”che il 14 marzo alle ore 20,30 sarà presentato al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano nell'ambito delle iniziative organizzate attorno a The Staff, il bar gestito dai ragazzi del progetto Diversamente a teatro. Durante la proiezione sarà presente anche Khaled Soliman Al Nassiry che, con Antonio Augugliaro e Gabriele Del Grande, ha scritto la sceneggiatura e seguito la regia del film. L'evento è organizzato da Fondazione Aida in collaborazione con la Comunità Valle dei Laghi. Il documentario è stato presentato alla 71esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, sezione Orizzonti.

Trama: I protagonisti sono cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra a cui i tre autori del film decidono di prestare aiuto improvvisandosi “trafficanti” per permettergli di proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia. Così mettono in scena un finto matrimonio con tanto di invitati che da Milano partono alla volta di Stoccolma. Attraversano mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri eludendo le frontiere e la sorveglianza dei vari paesi e rischiando il fermo da parte delle autorità.

Il progetto:Tutto inizia con il racconto di Abdallah, uno dei superstiti del naufragio di Lampedusa dell’11 ottobre, che racconta a questo gruppo di tre amici di aver visto annegare in mare 250 dei passeggeri. Quella sera i tre amici, Gabriele, Khaled e Tareq, tornando alle loro case, si chiedono cosa fare e qualche giorno dopo decidono di parlarne con un amico regista.“Perché non facciamo un matrimonio? Quale poliziotto di frontiera chiederebbe mai i documenti a una sposa?”. All’inizio sembra solo una battuta, ma poi l’idea lentamente ha preso forma anche perché nel frattempo hanno conosciuto altre quattro palestinesi e siriani arrivati a Milano da Lampedusa per raggiungere la Svezia. A questo punto non resta che trovare la sposa, proprio quel giorno si fa viva Tasnim, una vecchia amica palestinese che accetta entusiasta. Un corteo nuziale però per essere credibile ha bisogno di invitati. Il 3 novembre 2013 una serie di amici fidati dei registi ricevono una mail dall’oggetto “TOP SECRET”. Nelle stesse ore viene messa in piedi una troupe di operatori che riprenderà tutta l'impresa per farne un film. All’alba del 14 novembre 2013, davanti alla stazione centrale di Milano si forma un capannello di ventitré persone tra italiani, palestinesi e siriani. Sono tutti vestiti eleganti come se stessero davvero andando a un matrimonio. Ragazzi e ragazze delle due rive del Mediterraneo, pronti a rischiare tutto, insieme, per dimostrare che questo può essere ancora il mare che li unisce.

Note di regiaUn film documentario ma anche un'azione politica, una storia reale ma anche fantastica. "Io sto con la sposa" è tutte queste cose insieme. E questo suo carattere ibrido ha dettato fin dall'inizio delle scelte precise. A partire dal trattamento del film. Non abbiamo scritto dialoghi né personaggi, ma abbiamo organizzato il viaggio ragionando per scene. Abbiamo cioè immaginato delle situazioni all'interno delle quali far muovere liberamente i nostri personaggi, ormai abituati alla presenza delle telecamere. Tuttavia le riprese hanno sempre dovuto mediare con le esigenze dell'azione politica. Perché in Svezia ci dovevamo arrivare per davvero, non tanto per fare un film. E dovevamo arrivarci nel più breve tempo possibile. Questo ovviamente ha comportato ritmi di lavoro durissimi: dodici ore di macchina al giorno, le scene da filmare, i file da scaricare e quando andava bene tre ore di sonno a notte. Se la troupe non ci ha piantato il primo giorno, è stato per il clima che si è creato. Condividere un grande rischio e un grande sogno, ci ha inevitabilmente unito. E quell'esperienza ha inevitabilmente cambiato il nostro sguardo sulla realtà, aiutandoci anche nella ricerca di una nuova estetica della frontiera. Di un linguaggio cioè che, senza cadere nel vittimismo, sia capace di trasformare i mostri delle nostre paure negli eroi dei nostri sogni, il brutto in bello, i numeri in nomi propri. 

Costi

Biglietto intero 6 euro, ridotto 5 euro