La Shoah dell'arte
Il Mart di Rovereto aderisce a “La Shoah dell'arte”, il progetto che coinvolge i luoghi dell’arte: musei, gallerie, teatri, in occasione del Giorno della memoria
All’interno del percorso della grande mostra “La guerra che verrà non è la prima”, tra oltre 800 opere, è presente la celebre installazione Autel Lycée Chases, 1989 di Christian Boltanski (Parigi, 6 settembre 1944), uno dei maggiori artisti contemporanei.
L’opera è stata scelta dal Mart per “non dimenticare”: martedì 27 gennaio, Giornata della memoria, il pubblico che visiterà la mostra avrà a disposizione un mediatore del Museo per “raccontare” l’opera e per far conoscere il lavoro del grande maestro francese che ha dedicato gran parte del suo lavoro al tema della Shoah.
L’ installazione, in deposito al Mart, rappresenta uno tra i più significativi “Autels” (Altari) e fa parte di “Monuments”, una serie molto complessa di sculture composte che l’artista ha iniziato a realizzare nel 1985; in cui utilizza e manipola immagini del passato.
Anche gli altari possono essere considerati monumenti, da cui prendono a prestito la composizione e la forma piramidale, ma si contraddistinguono per la loro dimensione più intima e sacra. L’opera conservata dal Mart fa parte della serie Autel Lycée Chases e presenta otto fotografie in bianco e nero di giovani adolescenti ebrei, studenti del liceo di Vienna nel 1931.
Le immagini sembrano affiorare da un passato remoto, i volti sono congelati in uno scatto impreciso e sfocato. Sono facce quasi scheletrite, i tratti si percepiscono appena, mentre la bocca e soprattutto gli occhi sono avvolti dall’oscurità: l’effetto è quello di una radiografia. Ogni fotografia è illuminata dalla debole luce delle lampadine che rendono l’atmosfera sospesa tra la vita e la morte. Sono volti che sembrano riemergere da un album familiare o scolastico, frammenti di una memoria che ci riporta nella Vienna precedente alla salita al potere di Adolf Hitler.
L’installazione diventa così un luogo di culto, di preghiera, ma è anche un omaggio, un atto per non dimenticare le vittime innocenti dei campi di concentramento. Non appaiono dati precisi sui singoli studenti, né ci sono riferimenti diretti all’Olocausto e alle sofferenze che i protagonisti subiranno negli anni a venire. L’installazione, con la disposizione delle “icone” circondate dai cavi, dalle lampadine e dal “piedistallo” di alluminio, fatto da scatole per biscotti trasformate in scatole della memoria, funziona come una vera e propria opera del tempo presente.
Christian Boltanski nasce a Parigi il 6 settembre 1944. Il padre, di origine ucraina, appartiene alla comunità ebraica. Docente presso la Scuola Nazionale Superiore di Belle Arti di Parigi, è noto internazionalmente per le sue installazioni artistiche, spesso dedicate al tema della memoria e della perdita. Rappresenta la Francia alla Biennale di Venezia del 2011.
organizzazione: MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto