Legati ma liberi
Mostra delle pittrici Francesca Libardoni e Silvia Turri, a cura di Giulia Moiraghi.
Quando si parla di avventure ad alta quota sembra che solo uno scatto, rubato in condizioni estreme, possa rendere conto dell’attimo cruciale che separa ciò che in futuro sarà narrabile da ciò che rimarrà inghiottito dal silenzio della montagna. In effetti siamo abituati a considerare come attendibili integrazioni di un resoconto di viaggio soprattutto le immagini fotografiche; è innegabile, tuttavia, che in molti casi l’occhio imparziale della macchina non sia in grado di restituire la distorsione dello spazio e del paesaggio operata da una percezione della realtà compiuta in situazioni limite e per mezzo di informazioni alterate da parte degli organi di senso.
Proprio da questa paradossale constatazione nasce la mostra “Legati, ma liberi”, nella quale Francesca Libardoni e Silvia Turri accettano la sfida di misurarsi con le parole dei protagonisti della montagna e di trasformare alcuni ricordi di viaggio in un’esperienza che possa ritrovare l’immediatezza e la complessità del vissuto in presa diretta. Le due giovani artiste trentine, con già alle spalle esposizioni in mostre collettive e personali, interpretano le testimonianze, perlopiù inedite, di affermati alpinisti, di veri e propri miti del mondo della montagna, ma anche di arrampicatori meno noti e sportivi di diverse e recenti discipline come il base jumping e lo slacklining, attraverso due stili e due sensibilità eterogenee che condividono l’assunto di evitare l’autostrada della rappresentazione fedelmente mimetica, per sporgersi coraggiosamente in direzione di un percorso stretto e accidentato che procede in maniera analogica. Le opere non sono più didascalie dell’impresa ma vogliono produrre un analogo, in termini di vissuto, dell’esperienza totalizzante della montagna.
organizzazione: Trento Film Festival