Marta che cadeva dalle scale
regia di Giulio Federico Janni
di e con Silvia Marchetti
produzione Compagnia del Calzino
durata: 70 minuti
Marta ha fatto la spesa: il suo Renzo finalmente torna a casa dopo una lunga assenza. E Marta, trentanove anni, abituata da sempre a essere ignorata, ha paura. Terzogenita non desiderata né attesa da due genitori troppo impegnati a gestire i propri problemi, presenza scomoda e insignificante nelle vite già piene delle due sorelle più grandi, Marta ha sposato, giovanissima, il ragazzo dei suoi sogni. Eppure Renzo, tenebroso e tormentato, fin da principio mostrava un’indole possessiva, violenta e problematica; ma Marta lo ama da sempre, nonostante tutto. E ora che sta per tornare, lei si sente più imbranata e inadeguata che mai.
Mentre sbatte le uova fino allo sfinimento, fino a rischiare di slogarsi un polso, le parole fuoriescono incontrollate, e con esse l’angoscia smodata nel sentirsi incapace di preparare una semplice cena di bentornato per il marito (Vorrei essere come tutte le altre mogli… “Ciao, tesoro, bentornato! Tra un attimo è pronto, amore. Intanto beviti un Martini!”). Marta è un’inetta, un’invisibile, una donna spassosamente insipida, un’imbranatissima sbadata: è caduta dalle scale così spesso che della sua vita non le restano che alcuni, vividissimi ricordi circondati da troppi vuoti (Fino al matrimonio ricordo tutto come fosse ieri, mentre dalla gravidanza di Nina ho solo alcuni brandelli di storia sparsi qua e là. Non ricordo nemmeno la sua nascita e questa è l’unica cosa che mi dispiaccia davvero). Eppure nella preparazione sconnessa e ossessiva della cena, nella rabbia incontrollabile contro un’incolpevole padella, nel racconto divertentissimo e surreale d’improbabili aneddoti e intrecci familiari, s’indovina ben presto una storia molto diversa da ciò che l’ironica leggerezza di Marta lascia trasparire.
Marta trova la sua possibilità di riscatto (forse l’ultima) in altre due donne: la vittima sconosciuta di suo marito Renzo, da lui brutalizzata durante una rapina andata male, e la nipote Manuela, poco più grande di sua figlia: è lei l’unica a dimostrare di essersi accorta di ciò che accade da anni in casa di Marta. Ed è proprio questo essere finalmente vista che scatena nella donna la voglia di uscire da questa spirale di violenza. Nella speranza che non sia già troppo tardi.
accesso con green pass
BIGLIETTO SINGOLO Intero. € 12
Ridotto (>65, <26, carta “In Cooperazione”, soci Cassa Rurale Alta Valsugana, EuregioFamilyPass) € 10,50
Card Amici dei Teatri € 9