Pastori dell'Alpe
100 storie 100 volti per nutrire il pianeta
Viaggio per immagini da Expo alle malghe del Trentino
I pastori sono tornati a casa dopo l'esposizione nell'ambito di Expo
Mostra a cura di Roberta Bonazza
Testi di Franco De Battaglia, Alessio Bertolli
Fotografie: fototeca Trentino Marketing, Archivio dell'Alpe
Pastori dell’alpe. 100 storie, 100 volti per nutrire il Pianeta: una mostra satellite del pianeta Expo – che lì vicino vibra per l’enorme flusso di persone e di stimoli – in cui si compie un viaggio dalla pianura alla montagna, dentro un tempo sospeso e un silenzio che permettono di “sentire” la narrazione delle tante storie dei pastori malgari. Il luogo della mostra è Villa Burba a Rho, una villa seicentesca con stalla e filatorio, selezionata tra le ville Expo.
Pastori dell’alpe racconta la bellezza e la biodiversità degli alpeggi trentini con una sala dedicata al paesaggio, grazie alle fotografie d’autore messe a disposizione da Trentino Marketing: il modo per avvicinarsi preparati alla sala delle cento storie e dei volti che – quasi un popolo – ti guardano e raccontano la loro storia. Ogni fotografia è infatti affiancata ad un breve racconto estrapolato dalle interviste fatte nel corso del lavoro.
Il percorso espositivo – una sorta di mostra-sentiero che parte dalla pianura per salire agli alpeggi di montagna – è l’emersione silenziosa di un mondo invisibile, sommerso dalla banalizzazione retorica del folclore e della mistificazione romantica. Un mondo, quello dei pastori-malgari, rimosso con piacere negli anni felici del boom economico, in cui i “vachèr” venivano guardati con sufficienza tendente al disprezzo dalla civiltà del tutto possibile, dimenticando che noi tutti siamo figli di quel mondo silvopastorale antichissimo.
Per questo la ricerca sul campo dei nomi, dei volti e delle storie li ha fatti riemergere dalla grande rimozione che li ha nascosti al mondo. Lo stesso mondo che per decenni hanno nutrito.
Le tante storie confermano un legame fortissimo tra gli animali, conosciuti e chiamati per nome e definiti nel loro carattere – mucche pazienti, capre dispettose, pecore docili, cani compagni dei giorni – e gli uomini. Uomini e donne (poche) che raccontano ruoli e storie diverse a comporre il mosaico dell’alpe: capimalga, pastori, vachèr, casari alchimisti, caprai. E non è l’assenza di regole che rende queste figure irregolari. Sono un altro tempo e un altro luogo gli elementi che rendono diversa l’esperienza dell’alpeggio, e quindi diversi gli uomini e le donne che decidono di viverla.
Le regole esistono eccome nel sistema dell’alpeggio, sono incarnate nella verità di pratiche da seguire affinché tutto funzioni al meglio, senza possibilità di errori: se le bestie non stanno bene il latte non è di qualità, e se il latte non è di qualità il formaggio men che meno.
Il percorso espositivo, dopo Villa Burba a Rho, continua ora a Palazzo Roccabruna a Trento dentro il disegno di Expo in Trentino.