Pergine, via San Pietro 4

Audio-guida partecipata

Teatro

Concept Circolo Bergman
Testi Paolo Giorgio, Sarah Chiarcos, Marcello Gori
Luci Sarah Chiarcos
Musiche Marcello Gori
Comunicazione visiva Dario Serio
Produzione Casa degli Alfieri e Circolo Bergman
Con il contributo di U.O. Psichiatria – Ambito territoriale Est – APSS Trento
Si ringraziano Lorenzo Gasperi e Raphaela Ruegg

Il parco Tre Castagni è il polmone verde di Pergine. Oggi appartiene alla comunità e accoglie, tra le altre, le strutture dell’Azienda sanitaria, ma fino a non molti anni fa era un luogo chiuso al pubblico, poiché ospitava il famigerato Ospedale psichiatrico. L’edificio originario del Manicomio provinciale tirolese di Pergine, progettato dall’ingegnere Josef Huter, fu eretto fra il marzo 1879 e il settembre 1882. Vi lavorarono 330 maestranze locali. A esso si aggiunsero negli anni i vari padiglioni esterni, a formare un complesso che arrivò a ospitare fino a 1700 pazienti e a dare impiego a 500 persone, molte delle quali residenti in città. Circa un secolo più tardi, con l’entrata in vigore della 180, impropriamente denominata “Legge Basaglia”, il numero degli ospiti è via via diminuito ed è mutata l’idea stessa di salute mentale e di cura. Quello che era il corpo centrale del manicomio si è trasformato così in una scuola, l’istituto Marie Curie. 
Pergine e l’Ospedale psichiatrico sono cresciuti insieme, sono stati per quasi un secolo due città in una, due spazi interdipendenti. La loro sottile linea di confine separava due destini che scorrevano paralleli e compendiava una molteplicità di storie individuali in un muro fisico e simbolico diventato lo specchio di un’intera comunità. 
La performance di Circolo Bergman è un invito a camminare insieme fra i padiglioni dell’ex OP tracciando un’immaginaria topografia tridimensionale del passato, ad attraversare il tempo seguendo le impronte di una memoria non ancora del tutto condivisa. Con l’ausilio di un’audio-guida si potrà scoprire come funzionava questa istituzione e la macchina della cura, indagare le sue strette correlazioni con il lavoro e la vita quotidiana della città, andare al nucleo delle contraddizioni intorno alle quali era costruito il rapporto tra malattia ed esclusione, tra reinserimento sociale e segregazione. Attraversando il parco, immersi nella sua pace e cercando di afferrarne il genius loci, si avvertirà che quanto pareva storicizzato, spiegato, addomesticato, è ancora vivo e presente, e pone continuamente la stessa domanda, come un riflesso che acceca. La grande narrazione del Manicomio non contiene solo uno sguardo sulla malattia e la cura, ma l’interrogativo su ciò che noi siamo, come singoli e come comunità: è uno sguardo su noi stessi.

Costi

5 €

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organizzazione: Pergine Spettacolo Aperto