SCHADENFREUDE spettacolo comico sulla sfiga altrui

Teatro

Vincitore del Focus, piattaforma per la circuitazione dello spettacolo professionale in Trentino – Alto Adige promosso da Teatro Stabile di Bolzano e Centro Santa Chiara di Trento

Avete presente quel piacere segreto che avvertiamo quando il presuntuoso dell’ufficio si ribalta dalla sedia? O quando la vostra amica bella e perfettina viene mollata di colpo? Ce l’avete presente il godimento che proviamo quando i vetri infrangibili del pick-up Tesla si rompono sotto gli occhi atterriti di Elon Musk?

Tranquilli, non si tratta di avere un bidone dell’immondizia al posto del cuore. È un’emozione. È naturale. Ed è più comune di quanto siamo disposti ad ammettere. Si chiama Schadenfreude. Una parola che viene dal tedesco e indica la gioia per le disgrazie altrui. Sebbene si aggiri prepotente nelle nostre vite, la Sciadenfroide (si pronuncia così!) resta un sentimento furtivo e inconfessabile, con cui facciamo fatica a confrontarci.

Ma come funziona?

A cosa serve?

È un difetto oppure no?

In un’epoca di celebrazione dell’individualità, di isolamento e di gogne mediatiche condotte a colpi di tweet, di scontri politici e rabbia populista, di ironia che sempre più spesso degenera in cinismo, fare i conti con la nostra smania di schadenfreude è anche un tentativo di capire come si vive davvero di questi tempi.

MAI SFIGA FU PIU’ PIACEVOLE

nota del direttore artistico Emanuele Cerra

La sfiga oggi è un tabù: non si può nominare, si deve consolare, compatire. Essa è l’antiprestazione, il fallimento della perfezione, il brutto nel bello.

Eppure noi italiani con la sfiga abbiamo sempre avuto un rapporto profondo: Paolo Villaggio ce lo ha insegnato con il suo “Fantozzi” e poi Monicelli con “L’armata Brancaleone” e ancora con la saga di “Amici miei” e tanti altri film magici della stagione d’oro del nostro cinema.

La sfiga altrui rappresenta quell’ineluttabilità del fato che non si può governare, quell’imprescrutabile disegno cosmico. Ecco perché oggi è necessario parlarne. Serve nobilitarla, restituirle quell’angolino di notorietà che merita per essere accettata e aprire un nuovo fronte dell’empatia: la sfiga altrui potrebbe essere la sfiga nostra.

E cosa accade quanto la sfiga, tocca in particolar modo ad un potente o a qualcuno che consideriamo “più grande” di noi? Ecco che subito si attiva un moto catarchico e il godimento lo percepiamo come il necessario moto del cosmo che riporta tutti alla pari, allo stesso livello.

La sfiga quindi è equa: mette tutti sullo stesso piano. Parlare oggi di questo tema significa parlare di democrazia, di equità, di un mondo al di fuori delle gerarchie, fatto di persone che empatizzano le une con le altre.

Costi

Euro 5,00 (comprende gelato “Dolomeis” al termine della rappresentazione) Acquista biglietto