Spirali del tempo, meandri del passato
IX Settimana per la Cultura
Inaugurazione della mostra fotografica Spirali del tempo, meandri del passato.
Gli scavi archeologici a La Vela di Trento dal 1960 al 2007
e presentazione del progetto didattico realizzato con la Scuola Elementare S.Vigilio di Vela
A cura della Soprintendenza Beni Archeologici, del Comitato Pro Vela e della Scuola Elementare S.Vigilio
Il sito archeologico de la Vela di Trento rappresenta uno dei luoghi simbolo per gli studi di preistoria del territorio delle Alpi per la presenza di un deposito archeologico pluristratificato con evidenze databili al Mesolitico, Neolitico ed età del Rame. La mostra illustra la storia delle ricerche archeologiche condotte in questo sito in nove distinti settori che dal 1960 al 2006 sono stati indagati in seguito allespansione edilizia a scopo urbanistico che ha interessato larea occidentale della città di Trento
IL PROGETTO DIDATTICO CON LA SCUOLA PRIMARIA SAN VIGILIO.
Disegni, testi e tre racconti che vedono protagonisti Ga-giù e Iur, piccoli abitanti de La Vela di 6.000 anni fa e una ciotola chiacchierona: il tutto raccolto nella pubblicazione Il sito neolitico de la Vela, frutto del lavoro di gruppo svolto dagli alunni delle classi III, IV e V della Scuola primaria San Vigilio nellambito del progetto didattico nato dalla collaborazione tra lIstituto e i Servizi Educativi della Soprintendenza per i Beni archeologici della Provincia autonoma di Trento.
Gli scavi archeologici de La Vela sono stati lo spunto per questa importante iniziativa che ha dato modo ai ragazzi di conoscere la propria storia, il territorio, il patrimonio archeologico che questo ha restituito e allo stesso tempo avvicinarsi al lavoro dellarcheologo, acquisendo un metodo di studio e di indagine. Il lavoro sul territorio è stata loccasione per sviluppare la percezione del bene culturale come ricchezza inestimabile della comunità, come bene a cui affezionarsi, da cui attingere informazioni, che va conosciuto, indagato, valorizzato e tutelato.
Con interesse, curiosità e molta creatività gli archeologi in erba si sono immersi nella conoscenza del loro passato attraverso incontri con lesperta archeologa in classe, laboratori con sperimentazione delle tecniche e dei modi di produzione propri del Neolitico, rielaborazione delle attività svolte con leducatore museale, uscite sul territorio e presso il laboratorio di restauro della Soprintendenza.
I ragazzi hanno inoltre realizzato alcuni manufatti ciotole, vasi a bocca quadrata e pintadere - , riproducendo alcuni reperti rinvenuti nel corso degli scavi archeologici.
Il gruppo di lavoro responsabile del progetto è stato composto da Luisa Moser (responsabile Servizi Educativi Soprintendenza), Cecilia Cremonesi (educatrice museale Servizi Educativi Soprintendenza), Marirosa Buccella, (insegnante coordinatrice scuola primaria Vela classe IV), Cristina Erroi (insegnante classe III scuola primaria Vela) Carmen Nicolli (insegnante classe V scuola primaria Vela), con il ruolo specifico di elaborare il progetto e di attuarlo (progettazione, sperimentazione, formazione e conduzione). A queste persone si sono affiancate Susanna Fruet (restauratrice della Soprintendenza) e Chiara Conci (collaboratrice della Soprintendenza) con competenze specifiche rispettivamente nel campo del restauro e dellindagine di beni archeologici.
IL SITO ARCHEOLOGICO
L'area di interesse archeologico si sviluppa lungo l'ampio conoide alluvionale formato dal torrente Vela in prossimità della sua confluenza con il fiume Adige.
La presenza del deposito archeologico è attualmente documentata in nove distinti settori che dal 1960 al 2007 sono stati indagati in seguito allespansione edilizia a scopo urbanistico che ha interessato l'area occidentale della città di Trento.
La scoperta delle prime sepolture neolitiche risalenti alla prima metà del V millennio a.C., che è stata effettuata nell'aprile del 1960, ha posto le basi per riscrivere l'archeologia trentina e soprattutto ha dato l'avvio agli studi sul Neolitico della Valle dell'Adige. La cronaca di questi primi ritrovamenti è stata raccontata al grande pubblico dal giornalista Aldo Gorfer con una serie di appassionanti articoli scritti per il quotidiano L'Adige.
Una serie di interventi di recupero e di scavo effettuati negli anni 1975, 1976 e 1977 da parte del Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento sotto la direzione del noto paletnologo Bernardino Bagolini e direttamente dallUfficio beni archeologici della Provincia Autonoma di Trento (ora Soprintendenza per i Beni archeologici) negli anni 1987-1988, 2003, 2006 e tuttora in corso, hanno permesso di mettere in luce a La Vela unarea archeologica pluristratificata che per gli studi sul Neolitico è di rilevanza internazionale. Tutta la zona è infatti interessata dalla presenza di un vasto abitato e di una necropoli, della quale sono state scavate fino ad ora una quindicina di sepolture, riferibili alla Cultura dei vasi a bocca quadrata (Neolitico medio, prima metà V millennio a.C.). Queste evidenze si impostano su un precedente insediamento riferibile al locale Gruppo del Gaban (Neolitico antico, primi secoli V millennio a.C.). Al disotto degli strati neolitici è stata inoltre documentata, in particolare nel corso delle indagini del 2003, una terza fase di frequentazione con tracce di accampamenti riferibili al Mesolitico antico (Sauveterriano) che nuove datazioni al radiocarbonio effettuate presso il Leibniz Labor di Kiel in Germania inquadrano nella seconda metà dell'VIII millennio a.C.
La campagna di scavo del 2006 ha consentito di mettere in luce in uno stato di conservazione eccezionale un complesso cultuale e funerario inquadrabile nella tarda età del Rame (ultimi secoli del III millennio a.C.) che rappresenta un unicum nell'ambito delle modalità sepolcrali finora note in Valle dell'Adige in questa fase cronologica e conferma la notevole importanza del sito de La Vela di Trento nel contesto della preistoria della regione alpina.
Per documentare le eccezionali strutture dell'età del Rame sono state impiegate le più moderne tecnologie di rilevamento tra cui l'utilizzo dello scanner laser 3D che è stato effettuato dai tecnici Lorenzo Gonzo e Stefano Girardi della Microsystems Division (MIS) dell'ITC-irst di Povo (ora Fondazione Bruno Kessler).
Attualmente tutta la zona del conoide del torrente Vela è sottoposta al controllo costante della Soprintendenza per i Beni Archeologici vista la straordinaria importanza delle evidenze di epoca preistorica messe in luce e la presenza di circa 10.000 metri quadrati di area sottoposta a vincolo diretto di tutela archeologica.
organizzazione: Provincia Autonoma di Trento Soprintendenza per i Beni Archeologici