Striplife. Gaza in a Day

«Striplife - A Day in Gaza » apre al “Cuminetti” l'edizione 2015 della Rassegna “Social Film”

Cinema
Un particolare della locandina del documentario "Striplife - A Day in Gaza "

Italia, 2013
Titolo originale: Striplife. Gaza in a Day
Genere: Documentario
Durata: 64'
Regia: Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa, Andrea Zambelli, Alberto Mussolini, Nicola Grignani

La vita nella striscia di Gaza è descritta attraverso lo sguardo delle generazioni più giovani, caratterizzati da piccoli ma profondi segni di resistenza. Mentre alcuni ragazzi si esercitano a superare qualunque ostacolo, altri denunciano a modo loro l'insostenibile situazione che si vive nella striscia.

Sarà «Striplife – A Day in Gaza»,un documentario realizzato da gruppo di film-maker italiani (Nicola Grignani, Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa e Andrea Zimbelli) ad aprire giovedì 26 febbraio il calendario dell'undicesima edizione della rassegna «SOCIAL FILM», promossa dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. Si tratta di una selezione di cinque film che intende esplorare il mondo del documentario, un cinema spesso ai margini delle distribuzioni ufficiali, ma in grado di portare all'attenzione del pubblico problematiche di grande interesse che fanno riferimento alla storia, alla politica, all'arte e, più in generale, alla società civile.

«Striplife – A Day in Gaza» è un “documentario collettivo” realizzato nel 2013 da cinque registi che raccontano una giornata come tante nelle “Striscia di Gaza”, un territorio che la maggior parte delle persone hanno avuto modo di conoscere soltanto attraverso le cronache di guerra dei telegiornali.

C' è un gruppo di ragazzi che, utilizzando la tecnica del Parkour (disciplina metropolitana che consiste nell'eseguire un percorso, superando ogni genere di ostacolo attraverso volteggi, salti e arrampicate) fa riviere i luoghi abbandonati e distrutti della città di Gaza, e ci sono i pescatori in lotta per vendere al mercato le mante arenatesi sulla spiaggia e costretti a spostarsi nelle acque egiziane per riempire le reti. Noor, giovane giornalista televisiva, cerca di fare il proprio lavoro sotto i colpi delle armi da fuoco e Salem è un calciatore professionista che ha fatto parte della Nazionale, ma è stato costretto a interrompere la carriera sportiva. I fratelli Mohammed e Majd, orfani di guerra, mettono in musica i loro sentimenti sul conflitto e affidano al rap il loro bisogno di esprimersi; il fotografo Moemen continua a documentare quanto gli succede intorno, anche se ha perso le gambe nei bombardamenti, mentre Jabber è un agricoltore che coltiva i suoi campi a poche centinaia di metri dal confine israeliano, sempre a contatto con le jeep militari.

 

Storie di vita come tante, che testimoniano quanto poco sappiamo e immaginiamo di questa terra, stretta dalla morsa israeliana e dall'indifferenza del resto del mondo. «Un esempio di film-making indipendente, rigoroso, antispettacolare, essenziale – scrive Raffaella Giancristofaro su Mymovies.it – che invita lo spettatore a un mosaico di quadri da decodificare e osserva un teatro di guerra e reclusione.» Uno fluido e compatto scorrere di immagini senza proclami, senza retorica, senza morti o sangue, che mostra la vita a Gaza in tutta la sua assurda realtà.

Giovedì 26 febbraio la proiezione avrà inizio alle ore 21.00 e il pubblico potrà accedere al Teatro Cuminetti con un biglietto posto in vendita al costo “simbolico” di due euro. Al termine della proiezione, sarà possibile approfondire le tematiche trattate dal film, discutendone in sala con uno dei registi, Alberto Mussolini(F. L.)

Costi

Ingresso € 2,00

parte di: Social Film

organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara