The Benini Family of America

Le origini di Alcide Benini, eroe americano (docufilm)

Cinema

Di Agrippino Russo e Diego Busacca - Progetto History Lab.

Presentazione a cura di Giuseppe Ferrandi (Museo Storico del Trentino) e di Diego Busacca.

Diego Busacca e il compianto Agrippino Russo erano riusciti, poco prima della sua scomparsa, ad incontrare Alcide Benini, originario di Gavazzo, e a documentare la storia di una delle tante famiglie del Tennese emigrata negli Stati Uniti nel periodo di grave crisi economica che si sviluppò fra le due guerre mondiali. Una testimonianza che aggiunge una ulteriore storia alle tante vicende di emigrazione del Trentino: storie di fatica, di difficoltà e, qualche volta, di riscatto di tanti che hanno dovuto lasciare i paesi di origine per cercare una condizione di vita migliore altrove. Sono storie durissime, che raccontano di vite in miniera (la destinazione usuale erano soprattutto le miniere di carbone della Pennsylvania) e di desiderio di ricordare e mantenere il legame con la patria di origine. Di una di queste famiglie faceva parte anche Alcide Benini, di Gavazzo, che ha ancora numerosi parenti nel Tennese, ma che ha anche decine di membri (fra fratelli, zii e cugini) proprio negli Stati Uniti. Solo che la sua storia di ordinario emigrante, è divenuta nel tempo la storia di uno straordinario personaggio pubblico – militare di carriera con il nome in codice di “Bull”, più volte decorato e sepolto infine ad Arlington, il cimitero degli eroi nazionali degli Stati Uniti, con una cerimonia di Stato davvero incredibile. E non solo: quando era ancora in vita, il suo corpo di appartenenza (una delle forze speciali della marina) già gli aveva dedicato un’ala del proprio museo per raccontarne la vita e le principali onorificenze; dopo la sua morte la marina militare degli Stati Uniti gli ha dedicato il campo di appontaggio della portaerei USS Bataan, che ora vede campeggiare sulla fiancata del castello la scritta “Bull Benini Field”. La scelta della nave non è casuale: lui fu uno dei sopravvissuti alla “marcia della morte di Bataan”, la marcia forzata a cui i giapponesi costrinsero migliaia di prigionieri, militari e civili, catturati nelle Filippine durante la Seconda Guerra Mondiale. L’evento, poi riconosciuto crimine di guerra dal tribunale internazionale, costò la vita a migliaia di prigionieri. Il suo comportamento generoso e coraggioso durante la prigionia che ne seguì, gli valse la sua prima medaglia. In questo documentario sono raccontate le origini, il suo parlare in dialetto trentino in famiglia, la sua giovinezza, il suo rifiuto a tornare in miniera dopo la fine della guerra e la scelta di diventare soldato – attraverso la sua testimonianza e quella dei familiari – sia quelli che ancora vivono negli Stati Uniti, che quelli che sono rimasti a Tenno. 

Costi

Ingresso libero.


organizzazione: Comune di Arco