Un'idea più grande di me

Incontri e convegni , Presentazione libro

Armando Punzo Rossella Menna

presentano 'Un'idea più grande di me' (Luca Sossella Editore)

Sono trent’anni che mi chiudo ogni giorno in questa stanza. Per la prima volta, oggi, mi è sembrata una cosa enorme. Gli inizi sono sempre prossimi alla fine, quando cominci pensi che tutto possa finire un attimo dopo”. Invece in quella stanza del Carcere di Volterra in cui è entrato per la prima volta nel 1988, Armando Punzo ci torna ogni giorno da una vita, per fare teatro con i detenuti-attori della sua Compagnia della Fortezza. “Se ho scelto di fare il mio teatro in questa stanza – ha chiarito tante volte il regista – non è perché mi interessi il carcere. Anzi. A me interessa solo chi riesce a sentirsi libero in un carcere, chi riesce a decrescere, depotenziarsi, sminuirsi, farsi talmente piccolo da passare come pensiero altro attraverso le sbarre della prigione. Il carcere reale è metafora concreta di un carcere più ampio in cui tutti viviamo. Entrare qui dentro significa varcare un limite che esiste anche nel mondo fuori, ma che in carcere è visibile in modo abnorme. Il teatro diventa uno strumento perfetto per straniarlo. Perché quel limite altro non è che l’uomo. Sono io”.

Forte della sua ricerca concreta e circoscritta sul rapporto tra limiti e resistenza, in trent’anni di spettacoli nati in una cella di tre metri per nove e presentati nel cortile assolato della prigione medicea, il regista, drammaturgo e attore ha ottenuto i massimi premi e riconoscimenti italiani ed europei, facendo della Fortezza un riferimento imprescindibile nella storia del teatro contemporaneo, una compagnia che attira migliaia di spettatori a ogni nuovo debutto e calca i più prestigiosi palcoscenici del Paese. 

Dal desiderio di interrogarsi sul senso profondo e sulle implicazioni personali, sociali e politiche di una scelta tanto radicale è nata Un’idea più grande di me, autobiografia dell’artista, frutto di una lunga serie di conversazioni con Rossella Menna, scrittrice e studiosa con cui Punzo dialoga dal 2012.

Esito di otto anni di incontri, e due di scrittura, il volume non è (solo) un libro sul teatro, né la restituzione senza filtri di una testimonianza, ma un’opera narrativa, una sorta di romanzo di formazione sui generis.

Nel corso delle sue quattrocento pagine, infatti, regista e intervistatrice, che fin dall’inizio rivelano l’intimità di un parlarsi abituale, diventano due personaggi veri e propri, protagonisti di una storia nella storia.

Tra le maglie del racconto scorre cioè una seconda trama, quella di un confronto vero, portato alle estreme conseguenze, tra generazioni lontane che hanno nostalgia e necessità l’una dell’altra: l’una per trovare il coraggio di osare, l’altra per imparare a infonderlo.

Costi

Ingresso libero