Vite internate: Katzenau 1915-1917
Il 5 febbraio ore 20.30 Inaugurazione della mostra fotografica
Vite internate: Katzenau 1915-1917, che rimarrà aperta presso la sede della SOSAT dal 6 al 20 febbraio 2009 (Orario: da martedì a sabato 10-12; 13-18.30. Domenica e lunedì chiuso. Ingresso gratuito).
Interverranno:
Remo Nicolini, presidente della SOSAT
Giuseppe Ferrandi, direttore generale della Fondazione Museo storico del TrentinoClaudio Ambrosi, curatore della mostra e autore del volume "Vite internate: Katzenau 1915-1917" (Trento, Fondazione Museo storico del Trentino)
Parteciperà e si esibirà il Coro della SOSAT
I sudditi cosiddetti «malfidi» e i civili di nazionalità nemica bloccati allinterno dei confini austro-ungarici al momento dello scoppio delle ostilità, furono nel corso della Grande Guerra trasferiti in vari campi di internamento. Tra questi vi fu quello di Katzenau posto sulle sponde del Danubio presso Linz. Qui furono trattenuti dallestate 1915 alla primavera 1917 anche i cittadini austriaci provenienti dal Trentino, etichettati come irredentisti o perché sospettati di attività spionistica in favore dellItalia. Il campo era diretto da un'autorità civile (nel periodo considerato, dal barone Gustav Reicher) e controllato dai militari sotto il comando dei «profossi».
Sistemati in baracche di legno ed ignari del destino che li attendeva, gli internati vissero quel periodo di guerra con privazioni e sofferenze documentate in questa mostra delle fotografie di Enrico Unterveger, anch'egli internato a Katzenau. L'esposizione riprende e sviluppa analoga iniziativa realizzata già nel 1980 dal Circolo foto-cineamatori trentini e dall'allora Museo del Risorgimento e della Lotta per la Libertà con il sostegno di Provincia autonoma di Trento e Comune di Trento.
Mostra a cura di
Claudio Ambrosi, con la collaborazione di Rodolfo Taiani
Installazione video
Lorenzo Pevarello
Si ringraziano
Giuseppe Ferrandi, Patrizia Marchesoni, Massimo Nicolussi, Sonia Pinato, Alessandro Pedrotti e Caterina Tomasi
Si ringrazia inoltre lo Studio d'arte Andromeda per aver messo a disposizione le strutture espositive