Women of Kassem Amin

Danza

Oriente Occidente 2011
Danza

Egyptian Modern Dance Theatre Company (Egitto)
Women of Kassem Amin
prima nazionale
Coreografia, direzione artistica e costumi Walid Aouni
Ripetitrice Lamia Mohamed
Amministrazione Walid Adb El Fatah
Coordinamento Ehab Hosny
Grafica Moustafa Awad
Luci Yasser Shaalan
Suono Ashraf Abdel Mohsen
Regia Mohamed El Gharabawy
Scena Ahmed Zayed
Assistente amministrativo M. Moustafa
Trucco Ahmed Fekry
Danzatori: Sally Ahmed, Monadel Antar, Fadwa El Henadi, Mohamed El Said, Mahmoud Moustafa, Hend Reda, Mohamed Abd El Aziz, Radwa Mohamed, Maged Ahmed, Sondos Ali, Karim El Henady, Amr Salah, Mohamed Atef, Mohamed Moustafa, Sherlly Ahmed, Amr Atef, Ghidaa Omar, Nada Saad Mohamed

«Dei Copti e del loro rapporto col mare poco si sa. Anche i loro antenati Egizi erano stati più occupati col Nilo e col delta che con il mare e la navigazione. (...) Alcuni dei maggiori eremiti e dei monaci più umili del Mediterraneo – sant’Antonio, san Pacomio, san Macario – sono frutti dell’albero copto.»
Predrag Matvejevic, Breviario Mediterraneo

Quello che i venti interpreti della Egyptian Modern Dance Theatre, equamente divisi tra donne e uomini, interpretano in The Women of Kassem Amin, sotto la guida del coreografo Walid Aouni, è un vero e proprio apologo sul ruolo della donna nella società araba e della sua complessa negoziazione con le difficili contraddizioni della modernità.

Il titolo richiama la figura storica dell’autore di due libri fondamentali sulla liberazione della donna, e la rivoluzione culturale che da essi, e nel suo nome, prese avvio già dalla fine del XIX° secolo. E occorre subito dire che il momento più efficace e potente dell’intera coreografia si trova nella seconda parte, e val la pena allora patire già da qui, quando in scena vengono portati alcuni stipiti bianchi per sei porte assenti, dietro cui si vestono i maschi, dopo aver consegnato alle donne i veli bianchi insieme a un libro. Mentre poi gli uomini le sollevano per danzare con loro, esse rimangono con lo sguardo sempre sul libro aperto in segno, forse, di una nuova, non violenta, distanza, di un ragionato rifiuto che coincide con una più vera liberazione. Lo strascico nero di donna velata raccolto e piegato nella scena successiva dagli uomini, simbolo arcaico di un assoggettamento ormai disinnescato, fa da contraltare al centro del gruppo di donne lettrici, ormai emancipate. Infatti, nella scena seguente che vede una donna in bianco letteralmente travolta da due rulli soprascritti che sono l’autorità e il potere patriarcale, con un gesto repentino e silente i ruoli si invertono e il carnefice è anch’esso inseguito e schiacciato dalla sua stessa vittima. Fin dall’inizio, sono i veli, prima neri che coprono e opprimono, poi bianchi che liberano danze in stile fortemente modern dance, in una scenografia chiusa sui tre lati, razionale e metafisica, dentro cui le figure femminili prigioniere sembrano costrette a celebrare una preghiera soltanto in apparenza immutabile. Le sezioni maschili sono improvvisamente più severe, accompagnate sullo sfondo da scritte proiettate che richiamano una autorità che non si può calpestare. Anche il finale, con gli uomini presi nei volti da veli neri calati dall’alto, che in prospettiva rovescia la scena iniziale in cui erano invece le donne nella medesima situazione di costrizione e prigionia, ebbene anche questa situazione lascia trasparire una fiducia nell’arte e nella sua capacità di reversibilità o progressione delle culture.

Danzatore libanese, Walid Aouni incomincia la sua carriera in Belgio negli anni ‘80: il suo gruppo, Taneet group for theatrical dancing, nel 1988 partecipa alla performance inaugurale dell’Istituto del Mondo Arabo di Parigi; in séguito lavora come scenografo per nove anni con Maurice Béjart, con il quale visita l’Egitto nel 1990. Nel 1993, il Ministro della Cultura egiziano gli chiede di fondare il primo gruppo di danza teatrale moderna per il Teatro dell’Opera. Tra il 1993 e il 2010 ha diretto più di venticinque spettacoli, ha collaborato con musicisti e registi di cinema, aggiudicandosi premi e riconoscimenti internazionali.

durata 60 minuti
www.cairoopera.org


organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto