Casa Howard

Piccoli giardini privati inglesi

E’ vecchia e piccola, e nell’insieme deliziosa – in mattoni rossi… Dal vestibolo si va o a destra in sala da pranzo o a sinistra in salotto. Il vestibolo stesso è praticamente una stanza. Apri un'altra porta ed ecco le scale, che salgono in una specie di cunicolo al primo piano. Lì tre camere da letto in fila, e altre tre a mansarda sopra. In realtà la casa non è tutta qui, ma è tutto quello che si vede guardandola dal giardino sul davanti: nove finestre. C’è poi un grandissimo olmo riccio – a sinistra della facciata – che si piega un poco sulla casa e sorge al limite tra il giardino e il prato. Io lo amo già, quell'albero.

Così Helen Schlegel, ospite della famiglia Wilcox a Howard’s End, descrive Casa Howard alla sorella Margaret rimasta a Londra. L'incipit di Casa Howard dello scrittore inglese Edward Morgan Forster esprime in poche righe tutto il sentimento che pervade il racconto: l'aderenza passionale ma anche critica al dato di realtà.

Helen e Margaret Schlegel sono due intellettuali che amano la musica, la letteratura e gli incontri culturali. Per la loro rappresentazione, lo scrittore si è forse ispirato a Virgina Woolf e a sua sorella Vanessa Bell, quando vivevano a Bloomsberry. Se avete voglia di approfondire questo legame e comprendere quanta parte può giocare la natura nei rapporti umani, vi suggeriamo Virginia Woolf. La bambina con il lupo, nel quale l'autrice, Kyo Maclear, in poche righe e l'illustratrice, Isabelle Arsenault, in radiose immagini, raccontano lo stato di una psiche sofferente.

Le descrizioni del luogo di Casa Howard sono invece ispirate ad un cottage nell'Hertfordshire, dove lo scrittore inglese soggiornò spesso dal 1883 al 1893, e che viene riproposto per la sua atmosfera idilliaca di casa di campagna: una residenza piccola, magari scomoda, ma colma di ricordi e di memoria.

In questo romanzo, pubblicato nel 1910, Edward Forster traccia un'analisi, a volte anche cruda, del rapporto tra sentimenti e comportamento esteriore della rigida società postvittoriana inglese. Anche nel film omonimo, diretto nel 1992 da James Ivory con Emma Thompson e Anthony Hopkins, sono ben caratterizzati i vari gruppi sociali di inizio del Novecento inglese: i ricchi capitalisti, i Wilcox con una fortuna fatta nelle colonie, le emancipate intellettuali, le sorelle Schlegel, attente alle problematiche sociali, e una terza classe sociale quella degli esclusi per censo ed educazione, rappresentata da Leonard Bast, povero ed orgoglioso.

Sia il film sia il romanzo sono ancora attuali: beni immobili che passano attraverso generazioni perdendone il senso, sicurezza finanziaria che continua a mutare, compagnie di assicurazione che falliscono, conflitti tra femminismo e vita domestica attriti tra classi sociali: tutto questo ancora oggi così presente!

Se avete piacere di approfondire il tema dei giardini all'inglese, con la differenza tra il gìardino formale all'italiana e lo spazio verde informale di cultura nordeuropea, vi suggeriamo un libro da leggere con i bambini, Come di fa un giardino di Beppe Ramello e Marco Rostagno, e un saggio per adulti, L'arte del giardino inglese di Gervase Jackson-Stops, nella speranza che il valore nel paesaggio in cui viviamo possa essere sempre più consapevole.

Redazione Biblio

19/06/2018