Castel Corno
Castel Corno
Castel Corno è un castello situato nei pressi di Lenzima, frazione di Isera, a circa 850 metri d'altitudine ed è stato costruito attorno all'anno 1000, in una zona già antropizzata da millenni. Da questo luogo, dalla preistoria, ci sono rinvenuti sporadici elementi in selce come una cuspide di frecce di forma ogivale.
Il nome di Castel Corno ha la sua spiegazione naturale nella forma della rupe la quale forse ancor molto tempo prima che vi fosse fabbricato un castello deve essersi chiamata corno. Dietro il "Corno" si innalza il monte, la roccia è nuda ed è solcata solo da una piccola cascata, che ha sempre fornito l'acqua al castello.
Non si conoscono di preciso le primissime fasi riferibili al castello ma è probabile che anche questo complesso fortificato sia nato durante il fenomeno dell' "incastellamento" che interessò tutta l'Italia Settentrionale.
Le prime notizie relative al castello risalgono alla seconda metà del XII secolo e secondo gli storici esso sarebbe nato come rifugio. Il castello è composto principalmente da due parti: il castello superiore, ossia il più antico e il castello inferiore, di più recente costruzione.
CASTELLO INFERIORE
Esso era caratterizzato da una prima porta, più esterna, situata in corrispondenza all'attuale cancello in ferro posizionato all'ingresso del castello; da una scuderia/locale di servizio, edificio a pianta grossomodo rettangolare (oggi sede di un punto di ristoro) che la tradizione identifica come una scuderia, ma vista la mancanza di un'evidenza archeologica sicura, appare più opportuno ipotizzare che questo fabbricato fosse un locale di servizio; dalla strada, sentiero in salita che costituisce la prosecuzione della via d'accesso al castello; da una seconda porta situata sulla destra del palazzo Liechtenstein; dal palazzo Liechtenstein (sede dell'attuale biglietteria) costruito nell'angolo sud-ovest del complesso e sviluppato su almeno due piani; tra la seconda e la terza porta vi è il sistema di difesa del castello; da una cisterna situata nella parte alta del castello, dopo la scala di legno che aveva la funzione di raccogliere e conservare l'acqua; da un piazzale/corte; da una polveriera/torre: nella parte centrale dell'impianto architettonico vi è un edificio definito "polveriera" dove venivano depositate le armi. Alcuni studiosi ritengono invece che questo edificio fosse una residenza a più piani, da far rientrare nella più comune tipologia della torre.
CASTELLO SUPERIORE
Esso è composto dalla cucina, dal forno situato di fronte alla "cucina", costituito da una cupola originaria in mattoni, oggi quasi del tutto perduta e da una base circolare; da un pozzo/cisterna in ottimo stato di conservazione, databile al '300- '400; da un palazzo sommitale-avvolto inferiore-magazzini affacciato sullo stesso piazzale dove si trova il pozzo, utilizzato come magazzino per il deposito di scorte alimentari e altri beni; dalla torre rotonda/mulino, struttura a pianta circolare con un'apertura verso il piazzale pensata come una possibile torre di avvistamento o come un mulino; dalle mura di cinta nella parte alta del castello che avevano uno scopo difensivo; dall'avvoltoio superiore- palazzo sommitale; da una cappella in cui sarebbero stati ritrovati alcuni candelieri e una campanella.
Il complesso, durante la sua storia plurisecolare, fu usato soprattutto come appostamento difensivo di un capitano e di piccole guarnigioni. Gli ambienti a funzione residenziale erano infatti ridotti al minimo a favore di strutture di uso militare. La natura isolata del luogo, gli spazi interni piuttosto limitati e le notizie che ci provengono da alcuni documenti e dagli inventari (che parlano di qualche panca, di una tavola e poco altro) inducono a pensare che in origine e per molto tempo gli abitanti del castello abbiano condotto una vita semplice e priva di sfarzi. Castel Corno divenne infatti una residenza nobiliare di un certo pregio solo durante il "periodo Liechtenstein" e cioè nel XVI secolo.
LA DIFESA DEL CASTELLO
La rocca del castello fungeva solo come vedetta e non sono presenti forme di difesa come fossati o ponti levatoi. Nonostante ciò, il castello era comunque difeso in modo adeguato: bisognava oltrepassare tre portoni in salita per accedervi, rendendolo in tale maniera complicato da conquistare. Alla difesa della rocca vi era ulteriormente una passerella di ronda. Castel Corno aveva anche due terrazzamenti rivolti verso la Valle dell'Adige, quindi poteva controllare le due importanti vie di comunicazione presenti al tempo dello splendore del castello: il fiume Adige e la strada che passava accanto a questo. Nelle vicinanze del castello non ebbero luogo molte battaglie perché il maniero non era visibile dalla valle. Nel XV secolo, la Vallagarina viene occupata dall'esercito veneziano e Castel Corno, a causa della sua posizione tattica, è uno dei rari luoghi che non vennero attaccati.
GLI ANTICHI SIGNORI DI CASTELCORNO
Castel Corno viene nominato per la prima volta in un documento del 1178, ma forse già nel decimo secolo i Castel Corno, imparentati con i signori di Lizzana e di Brentonico, erano presenti in zona. Dal 1234 al 1242 vi fu il Signore Aldrighetto di Toblino e poi vennero i Castelbarco. La prima metà del Quattrocento si caratterizzò per dissidi e lotte tra i rami della famiglia castrobarcense per il controllo di Castel Corno e ciò favorì l'emergere dei Lodron, signori delle Giudicarie. Proprio nel marzo 1456 Castel Corno dovette arrendersi dopo l'attacco subito da parte di Giorgio e Pietro Lodron: il vescovo Giorgio Hack riuscì ad ottenere la restituzione pagando 600 ducati ai Lodron. Il castello ritornò quindi in possesso ai Castelbarco che lo mantennero fino al 1499, anno della morte di Matteo, ultimo discendente del ramo famigliare di Castel Corno.
concede il feudo ai membri della sua stessa famiglia fino al 1759, quando venne restituito ai vescovi di Trento. Dopo l'occupazione napoleonica, per il castello inizia un lento ed inesorabile declino: esso infatti fu venduto al Comune di Lenzima, ora frazione del Comune di Isera, nel 1897. Durante la prima guerra mondiale è una postazione d'artiglieria austriaca e nel 1928 diventa proprietà del Comune di Isera.
ATTIVITÀ DI ANALISI E RESTAURO DELLE STRUTTURE
Fra il 1987 e il 2003 sono stati condotti sui ruderi di Castel Corno, importati lavori di studio, coordinati dal Museo Civico di Rovereto, e di restauro, condotti dall'architetto Giuseppe Gorfer su incarico della Provincia autonoma di Trento. Alla fine delle operazioni si è potuto leggere l'esatto andamento planimetrico del castello con l'individuazione funzionale dei locali rinvenuti. Il castello con le sue storie di banditi e di omicidi, di ratti ed assedi, ha sempre pesato come un incubo sulle genti dei villaggi vicini che sostengono che i ruderi sono abitati dagli spiriti. Una leggenda fortemente romantica narra la vicenda di Corrado e Berta. Sembra, infatti, che il cavaliere Corrado di Seiano ricevette ospitalità fra i muri di questo castello, incontrando, così, la bellissima castellana Berta. I due, innamoratosi, decisero di sposarsi ma, durante la celebrazione del matrimonio, per magia, Berta si trasformò in una statua di pietra mentre una voce gridava: "Questo castello sarà maledetto per sempre".
I REPERTI
I reperti mobili recuperati nel corso degli anni, in occasione dei lavori di pulizia e restauro del castello, sono numericamente piuttosto pochi. Si potevano enumerare una stanza per gli ospiti, un'altra per la signoria e una per la guardia. Da queste informazioni è possibile ipotizzare che i locali abitabili nel castello fossero molto pochi e che la maggior parte degli spazi fosse funzionale alla difesa più che ad una dimensione residenziale. Tra gli oggetti citati vi erano: "botti, fucili a pietra, archibugi, un'alabarda rotta, una sorta di spiedo, una lancia, un bariletto con frecce, un piccolo fusto di polvere da sparo, della farina, alcuni letti, un cassettone, una vasca da bagno, un tagliere, delle assi, una tavola, delle panche, qualche armadio, alcune tinozze, delle bigonce e una paletta".
Note sull'accessibilità del sito
La strada di accesso al Castello è percorribile con mezzi speciali. L’accesso al prato del Castello, zona adibita agli spettacoli, è anch’esso molto sconnesso. Il Castello è inaccessibile causa i forti dislivelli e le barriere presenti.
Rilevazioni eseguite dal personale della Cooperativa HandiCREA