Drodesera > Centrale di Fies

L’arte tenta anche oggi di mantenere il suo compito primario di rivelare ciò che non è ancora visibile ma che lo diventerà in futuro o, al contrario, di cambiare i paradigmi riappropriandosi di un presente che guarda avanti attingendo dal passato. MOTHERLODE, vena-madre da cui estrarre il metallo più prezioso, diventa luogo dal quale l’arte può e deve attingere per restituire una visione utile, complessa, stratificata, in una parola “aumentata”, della realtà. Dal nostro MOTHERLODE andiamo ad estrarre il senso delle cose, ci troviamo la Storia, la Politica, la Filosofia, l’Economia, i grandi temi che regolano questo nostro tempo traghettandoci dal passato al futuro. All’inizio c’è stata una frase di Kennedy a guidare l’azione complessiva della costruzione di questa nuova edizione: “things do not happen, things are made to happen”. Abbiamo cercato di tradurla ma in lingua originale ha qualcosa in più, qualcosa di ridondante, positivo, potente, come una formula magica da ripetere l’attimo prima di passare all’azione.

“things do not happen, things are made to happen”.

Abbiamo incrociato le parole di Kennedy con la fatica del lavoro quotidiano e di un intero sistema -e Paese-, con lo studio e la teorizzazione della performance art che misura la concretezza nel reale, con la fondazione di una collezione di opere mutuate dalle arti performative, con una diversa forma di festival strutturata attraverso progetti eterogenei ma dalle grandi corrispondenze interne. L’abbiamo fatta passare sulle scrivanie, sui bancali da lavoro, sulla tavolata del pranzo e abbiamo pensato che fosse, in qualche modo, un monito universale. Nei lavori selezionati dalla Direzione Artistica, in quelli che durante l’anno abbiamo amato, prodotto, cercato, scoperto, ritornava prepotentemente il termine “re-enactment”, laddove mancava, c’erano l’azione o l’intenzione a riportarlo presente, nelle modalità più differenti. Un biscotto della fortuna nel quale si trova una frase rivoluzionaria potentissima; 198 metodi di azione nonviolenta imposti su una giovane movement researcher; il discorso del Presidente Barack Obama alla Cerimonia per il Nobel per la Pace rianimato e le tecniche della retorica politica messe a nudo; la cooperativa basca di elettrodomestici Fagor -chiusa lasciando i lavoratori in mezzo a una strada- che rievoca l’assemblea di lavoratori che ebbero lo stesso destino trent’anni prima; una grande piscina in legno contenente 25.000 palline su cui sono incisi dei frammenti di opere stoiche nella quale il pubblico può immergersi e farsi pervadere lentamente dagli aforismi prima di passare all’azione.

“things do not happen, things are made to happen”.

Ecco che MOTHERLODE, intende farsi dispositivo generatore di connessioni dove la pratica del re-enactment non si esaurisce nell’atto di rievocare, ma genera forme temporanee di realtà, restituendo azioni, parole ed elementi dapprima destinati ad un’assenza o a una lateralità e ora resi utili ad un pensiero effettivo, ad una azione quotidiana, all’oggi. All’adesso.