"Alle origini della Pieve di San Lorenzo: storia e archeologia del costruito e del contesto"

Tra il 14 e il 19 settembre la chiesa di San Lorenzo di Vigo Lomaso al centro di un “Summer workshop di ricerca partecipata" 

Chiesa di Vigo, limpida sul colle/ e solitaria: io vengo a te fra campi/ di giovine frumento e bei filari/ di gelsi: e il tuo sagrato al mio riposo/ dona casta e raccolta ombra di tigli./ Piccol sagrato con enormi tigli/ il tuo, chiesa di Vigo; ed essi forse / hanno cento e cent’anni; e tu nel tempo / del loro fiore invochi Iddio con onde /d’olezzo unite all’onda delle preci.

Con questi versi Ada Negri ne Il dono[1]ci descrive il suo legame affettivo con la chiesa di San Lorenzo di Vigo Lomaso. E proprio tale luogo del sacro tra il 14 e il 19 settembre sarà al centro del “Summer workshop di ricerca partecipata”: Alle origini della Pieve di San Lorenzo: storia e archeologia del costruito e del contesto.

A descriverci le caratteristiche dell’iniziativa è Enrico Cavada (Provincia autonoma di Trento/Ufficio beni archeologici) che con Aldo Collizzolli (Biblioteca di valle delle Giudicarie Esteriori) ne cura il coordinamento scientifico e logistico:           

“Nell’ambito del progetto in corso sul monte di San Martino e a conclusione dell’XI campagna di scavo – spiega Cavada -l’attività di ricerca si sposta nel territorio e, in particolare, nell’area del complesso pievano medievale di San Lorenzo. Un luogo egemone nel paesaggio storico delle Giudicarie per aspetto, forma e soluzioni architettoniche, sopravvissuto dall’età di fondazione con suoi principali elementi (chiesa, battistero, canonica, rustici) e per questo denso di valori: ideali e simbolici, prima ancora che materiali. Un luogo al quale, per altro, una radicata tradizione storiografica attribuisce remote origini paleocristiane, suffragate di volta in volta da suggestioni evocate da toponimi e da ritrovamenti archeologici, in particolari di manufatti di origine romana e altomedievale, ritrovati nei pressi o qui concentrati da vicende tutte ancora da chiarire.

Per una settimana il complesso pievano di Vigo sarà il luogo privilegiato di un laboratorio di studio e centro residenziale di incontro di un gruppo di giovani ricercatori chiamati a confrontarsi direttamente con il manufatto architettonico, a discutere della forma e dall’articolazione sincronica e diacronica delle parti e delle soluzioni assunte dal momento della fondazione e quindi nel tempo, ad osservare tecniche e riconoscere saperi attraverso la materialità del costruito e del sopravvissuto, a capire l’opera di maestranze e di committenti che hanno promosso quanto realizzato. Lo faranno con l’obbiettivo di costruire scansioni di valore cronologico dei sistemi costruttivi esercitandosi nel rilievo e nell’analisi critico-descrittiva e stratigrafica delle murature, delle coperture, degli archi, delle aperture, delle relazioni tra queste parti nell’insieme unitario dell’architettura attraverso la mappatura di prospetti, pareti, pietre e materiali, nel riconoscimento morfologico e litologico per ricercare nel territorio e fuori da questo le fonti degli approvvigionamenti.

All’attività sul campo, full time e seguita da tutor, si alterneranno dei momenti quotidiani di dialogo che, in forma di seminario e con la partecipazione di docenti universitari, di esperti e di studiosi invitati operanti nel settore delle architetture medievali e della ricerca archeologica e storica, nelle singole giornate approfondiranno temi legati al laboratorio.

Al termine del workshop (venerdì 18 settembre, alle ore 17) a cura dei ricercatori ci sarà una prima occasione di informazione e di prima presentazione dei risultati dell’attività, da condividere con la comunità e la popolazione.

manifesto.pdf 564,15 kB
programma.pdf 822,97 kB

Soggetti coinvolti: una quindicina di persone tra studenti, ricercatori, docenti, tutor, esperti e figure tecniche.

Target: studenti universitari diplomandi, laureandi, specializzandi interessati a innovative forme metodologiche di analisi, studio e documentazione archeologica applicata alle architetture e al paesaggio.

Attività: rilievo architettonico, rilievo fotografico, esecuzione di fotopiani, riconoscimento e analisi di materiali, mensiologia e lessico del costruito, analisi stratigrafica del costruito, mappatura e analisi descrittiva di apparecchiature murarie, della litotecnica, dei materiali, esame del cantiere e maestranze, caratterizzazione geologica dei materiali costruttivi e definizione dell’area di provenienza potenziale, repertoriazione materiali antichi, arredi scultorei e reimpieghi, applicazione di tecniche geofisiche non invasive su piani e alzati, elaborazione e archiviazione dati e materiali.

Obbiettivi: con le sue attività l’officina-laboratorio mira alla ricostruzione dei cicli edilizi, delle tecnologie costruttive e delle tecniche murarie in rapporto alla committenza e alle maestranze, la cui attività si è sviluppata in relazione ad uno specifico complesso e sulla base di rapporti a raggio più ampio, interregionale e talora anche internazionale. Questo favorirà la valutazione di altri aspetti: i significati economici, in termini quantitativi (a metri cubi di costruito), qualitativi (rispetto ai materiali impiegati, di riuso o nuovi, in pietra o in legno ecc.); l’impatto sociale avuto da questi investimenti, dipendenti e conseguenti le capacità stesse del territorio nel quale si attuano e delle comunità che vi abitano; l’interpretazione dei valori, che sono prima di tutto di natura ideologico-culturale, determinati da un particolare tipo edilizio nel momento storico in cui viene promosso e realizzato oltre che, nel caso delle chiese pievane, espressione di territorializzazione e di particolarismo organizzativo del popolamento governata attraverso la cura d’anima e i luoghi di culto, un rapporto del tutto particolare che per secoli ha caratterizzato le campagne di molte regioni italiane.

Finalità: creazione di opportunità di partecipazione e di formazione per studenti e giovani ricercatori, acquisizione di documenti e informazioni mediante innovative tecniche di analisi, restituzione del contesto materiale esaminato, interpretazione sul piano storico-archeologico-architettonico,  divulgazione e sostenibilità future della ricerca.

Info e contatti: 

Biblioteca di valle delle Giudicarie Esteriori, tel.0465 702215; ponte.arche@biblio.infotn.it

Provincia Autonoma di Trento/Soprintendenza per i beni culturali, tel. 0461 492161; uff.beniarcheologici@provincia.tn.it

www.cultura.trentino/Temi/Archeologia

per approfondire:

Promuovono e sostengono: Parrocchia di San Lorenzo, Vigo Lomaso, Comune di Comano Terme, Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento (progetto SMaLL), coordinamento scientifico e logistico: Enrico Cavada (Provincia Autonoma di Trento/Ufficio Beni Archeologici) Aldo Collizzolli (Biblioteca di valle delle Giudicarie Esteriori). Condiviso con: Marco Avanzini  (MUSE-Museo delle Scienze/Trento, Sezione di Geologia), Gian Pietro Brogiolo(DBCC-Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova), Stefano Camporeale(LASA-Laboratorio di Archeologia e Scienze Affini, Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento), Graziano Riccadonna(Centro Studi Judicaria, Tione). All’iniziativa partecipano: AdA-rivista di “Archeologia dell’Architettura“, Firenze, APT-Azienda per il Turismo Terme di Comano-Dolomiti di Brenta, Bayerische Akademie der Wissenschaften (Kommission zur vergleichenden Archäologie römischer Alpen- und Donauländer), Biblioteca di valle delle Giudicarie Esteriori, BIM-Bacino Imbrifero Montano Sarca-Mincio-Garda, Ceis-Consorzio Elettrico Industriale di Stenico, Comunità delle Giudicarie, Corpo Vigili del Fuoco Volontari, Lomaso, Ecomuseo della Judicaria dalle Dolomiti al Garda, Fondazione don Lorenzo Guetti, Gruppo di Ricerca e Studi Giudicariesi, Museo Palafitte di Fiavé, StudioTre Engineering srl, Ponte Arche 

[1] Dal M. Dalba 2014, Dal Castello di Stenico ai castelli delle Giudicarie. Itinerari d’arte e di storia, Trento, Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali, 175 pp.

Enrico Cavada - funzionario archeologo Soprintendenza per i beni culturali Provincia autonoma di Trento

04/09/2015

Powered by eZ Publish™ CMS Open Source Web Content Management. Copyright © 1999-2014 eZ Systems AS (except where otherwise noted). All rights reserved.