Difendere la democrazia

Il libro di Naccarato ricostruisce la politica del Partito Comunista negli anni Settanta: appuntamento all'Officina dell'Autonomia

[ Fondazione Museo storico del Trentino]

Studioso di storia della Resistenza e di organizzazioni sindacali, nonché docente di lettere e storia in un liceo di Padova, nel suo ultimo libro “Difendere la democrazia”, Alessandro Naccarato ricostruisce, attraverso l’analisi dei documenti dell’epoca, la politica del Partito Comunista negli anni Settanta, cercando di fare luce su alcuni passaggi molto delicati della storia politica italiana.  Allo scenario nazionale si affianca l’approfondimento della situazione di Padova, che è stata un laboratorio del terrorismo diffuso e dell’illegalità di massa del partito armato.

Venerdì 8 aprile alle 17.30 a Trento, presso l’Officina dell’autonomia in via Zanella 1/A, sarà presentato l’ultimo libro del deputato del pd Alessandro Naccarato “Difendere la democrazia: il PCI contro la lotta armata (Roma: Carocci, 2015). L’autore dialogherà con Michele Nicoletti, Giorgio Postal e Giuseppe Ferrandi. Ingresso libero.

Un volume in cui Naccarato ripercorre il modo in cui il partito comunista fronteggiò il terrorismo italiano, da quando iniziò fino al declino nella metà degli anni ottanta. Da “L’estremismo di movimenti e gruppi rivoluzionari: il PCI tra sorpresa, dialogo e scontri (1968-72)” il volume si sofferma poi su “La rottura con l’estremismo e il compromesso storico (1973-76)”, per passare a “Lo squadrismo armato di Autonomia contro il PCI (1977)” e alla “Prevenzione di massa e repressione (1977)”. Si analizza poi il 1978 con al centro il rapimento di Aldo Moro , la riposta dello Stato, “il PCI in prima linea contro il terrorismo (1978-79)”, quindi “Il PCI tra fermezza e garantismo (1980-81)”, per concludersi sull’intgerrogativo: “Negri deputato. Arresto o no? (1983)”.                                                                                                

Dalla quarta di copertina: Negli anni Settanta, di fronte all'attacco del terrorismo le reazioni della società, dei partiti e dello Stato furono per lungo tempo inadeguate. Le simpatie verso l’eversione presenti in ambienti della sinistra e le sottovalutazioni di molte istituzioni favorirono le formazioni armate. Il PCI quando comprese i pericoli del terrorismo rosso? Come reagì? Dal 1973, Enrico Berlinguer e il gruppo dirigente comunista intrapresero una lotta decisa contro il terrorismo. Nel 1976 il PCI costituì la sezione “Problemi dello Stato”, che promosse in tutta Italia la prevenzione e il contrasto dell’eversione. Questa attività si svolse in un clima difficile, segnato da violenze e morti, e fu spesso accompagnata da un acceso dibattito interno. Dal 1979, con l’avvio a Padova e nelle principali città italiane di importanti indagini sulle BR e sul partito armato, nel PCI si aprì uno scontro sul garantismo; i magistrati furono accusati di avere costruito una montatura per perseguire reati di opinione. Riaffiorarono le ambiguità di giudizio sull'eversione rossa e sul ruolo della democrazia. Il volume, attraverso l’analisi dei documenti dell’epoca, ricostruisce l’azione decisiva svolta dal PCI nella sconfitta del terrorismo e consente di scoprire aspetti poco conosciuti di un periodo storico sanguinoso e terribile. Allo scenario nazionale si affianca l’approfondimento della situazione di Padova, che è stata un laboratorio del terrorismo diffuso e dell’illegalità di massa del partito armato.


08/04/2016

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