“Ex ungue leonem” - Storia, arte e architettura a Castel Caldes

Sabato 8 agosto il convegno che chiama a raccolta gli studiosi del castello: il curatore Alberto Mosca ci introduce alla giornata di studio

[ Castello del BUonconsiglio]

Il curatore del convegno Alberto Mosca con il suo contributo ci introduce alla giornata di approfondimento dedicata a Castel Caldes: 

"Il convegno prende spunto da due motivi principali: dai lavori di restauro ancora in corso per le parti affrescate all'interno del maniero e per il suo ingresso tra i castelli gestiti dal Museo del Castello del Buonconsiglio.

Dalla collaborazione tra Centro Studi per la Val di Sole e Castello del Buonconsiglio è scaturita l'idea di riunire un gruppo di studiosi che in questi anni si sono dedicati all'approfondimento della storia del castello, per uno scambio di informazioni e conoscenze, creando al contempo, con il convegno, un punto di partenza fondamentale per gli approfondimenti futuri, accompagnando lo studio alla conclusione dei restauri.

Gli argomenti al centro della giornata di studi riguardano la storia, l'arte, l'architettura, l'archivistica, con l’obiettivo di analizzare il maniero e il territorio circostante da molteplici punti di vista. Abbiamo coinvolto, oltre a studiosi provenienti dal Buonconsiglio e dalla Soprintendenza per i beni culturali, anche la già direttrice del Tiroler Volkskunstmuseum di Innsbruck, Herlinde Menardi, che interverrà sulla stua tardogotica di Castel Caldes.

Il titolo, “Ex ungue leonem”, viene da un’idea di Laura Dal Prà: come dall’artiglio, dall’unghia si riconosce il leone, così dal tratto si riconosce l’artista, e dai segni lasciati negli archivi e sulle architetture, si risale alla complessa e affascinante storia di Castel Caldes. Si tratta di un castello di 'seconda generazione', che nasce nel 1230 per concessione dei vescovi trentini Gerardo e Aldrighetto in favore della famiglia ministeriale dei da Cagnò. Essi, parte di un disegno politico di controllo territoriale, porteranno a Caldes il centro dei propri interessi, tanto da mutare la propria denominazione in di Caldes. La discendenza "castellana" dei Caldes ebbe fine a metà del Quattrocento, quando la loro ingente eredità passò dalle mani di Prettele Caldes a quella dei suoi nipoti Thun, famiglia che sarà grande protagonista della storia del castello fino alla fine dell’Ottocento, quando il maniero venne venduto a una famiglia di contadini del posto e ridotto a deposito. Nel 1980, con l’acquisto da parte della Provincia, sono iniziati i complessi lavori di restauro.

Il castello nasce nel Duecento come casa-torre: tra ‘400 e ‘600 si ingrandisce e diventa dimora nobile di tipo rinascimentale, attraversando fasi ed evoluzioni diverse, testimoniate da spazi interessanti quali ad esempio la scala a chiocciola.

Castel Caldes ha anche una propria leggenda: quella di Olinda, alias Maria Elisabetta Thun che a metà Seicento si innamora del giovane figlio di un medico: un amore contrastato, che porterà i due a fuggire. Costretta a rientrare, la giovane secondo la leggenda passò gli ultimi mesi di vita da reclusa, per morire appena ventenne.

Andando oltre la leggenda, all'ultimo piano del castello uno studiolo, decorato con i temi dell'amore contrastato ma non vinto, testimonia la storia d'amore di Olinda. Il popolo da sempre trasfigura in leggenda vicende che lo coinvolgono emotivamente".

Alberto Mosca - curatore del convegno

05/08/2015

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