Il Gesto delle mani

"Settearti" ritorna venerdì 22 per il secondo appuntamento cinematografico presso il Melotti di Rovereto

La rassegna cinematografica SetteArti - che utilizza gli spazi dell'Auditorium “Fausto Melotti” di Rovereto su iniziativa del Centro Servizi Culturali S. Chiara - propone per venerdì 22 gennaio alle 20.45 Il Gesto delle mani, il secondo dei cinque titoli in programma. Si tratta di un documentario del 2015 scritto e diretto da Francesco Clerici che segue la creazione di una scultura presso la Fonderia Artistica Battaglia di Milano, osservando il lavoro di un gruppo di artigiani e rivelando le antiche tradizioni della scultura in bronzo, le stesse dal VI secolo avanti Cristo

“ Presso il Melotti, per mettere in luce il dialogo tra cinema e Mart, puntiamo su una programmazione dedicata all'intreccio tra le diverse arti visive – spiega Sergio Fant, curatore artistico della manifestazione -. Questo ‘piccolo’ film si è subito rivelato un sorprendente successo internazionale e ha ottenuto il premio della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica al Festival di Berlino. È quello presentato nel 2015 nel maggior numero di festival, uscito in Inghilterra e Germania nelle sale cinematografiche.

Un lavoro che parla a qualunque cultura perché il suo linguaggio è quello delle immagini. Nel tempo del virtuale, il documentario entra nella cultura del “fare”, del dare forma di espressione artistica attingendo a una sorta di tradizione quotidiana. Segue il processo di creazione di una delle sculture dell’artista Velasco Vitali, dalla cera al bronzo, presso la Fonderia Artistica Battaglia di Milano, ripercorrendo una tecnica artigianale che ha migliaia di anni, la stessa con cui le sculture di bronzo, si pensi ai Bronzi di Riace, vengono create da millenni.

Il titolo Il gesto delle mani attinge a una riflessione dello scultore Giacomo Manzù per il quale la scultura è 'un gesto delle mani, un gesto d’amore'.  Vuole mettere in risalto la capacità degli artigiani che con la loro gestualità rituale riescono a catalizzare l'attenzione degli spettatori e ad immergerli in processi quasi magici, misteriosi, in qualcosa di alchemico che riguarda la creazione attraverso la manualità.

Uno sguardo osserva dall’esterno il lavoro della fonderia, registra la sinfonia dei grandi rumori che caratterizzano questo ambiente, l’andirivieni e i dialoghi delle persone coinvolte nel processo" - conclude Fant. 

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redazione

20/01/2016

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