Il muro dei Castelbarco e le sue epigrafi

Manutenzioni straordinarie ai resti del castello di Lizzana nei pressi del Sacrario di Castel Dante

I lavori in corso al muro del castello di Lizzana nell’estate del 2018

A seguito del distacco di alcune pietre dai ruderi del castello di Lizzana, segnalato alla Soprintendenza dal Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti del Ministero della Difesa, l’Ufficio beni architettonici della Provincia autonoma di Trento ha provveduto, nel settembre del 2018, a progettare e quindi eseguire in amministrazione diretta un intervento di manutenzione straordinaria sul colle di Castel Dante, sito di proprietà del Demanio dello Stato.

Com’è noto, dell’antico castello duecentesco non rimane in piedi che una vela muraria, essendo l’edificio caduto in rovina fin dalla metà del XV secolo, in seguito dell’assedio veneziano del 1439-41. Il manufatto ospita tre lapidi commemorative qui murate prima dell’erezione del Sacrario di Castel Dante sul sedime dell’antico castello di Lizzana, avvenuta nel 1936. Le prime due epigrafi si riferiscono alla sconfitta dell’esercito franco-italico avvenuta a Marco nell’ottobre del 1813 e alla “pax austriaca” instaurata in Europa dopo la caduta del regime napoleonico: il testo latino saluta il ritorno a Rovereto dell’esercito dell’imperatore Francesco I d’Austria dopo la battaglia di Marco del 28 ottobre 1813 e il successivo accampamento di 600 soldati austriaci sul colle del castello, mentre la scritta “DEPRESSA TIRANNIDE PACATA EVROPA A. MDCCCVI” che corre sul sovrastante cornicione celebra la pacificazione dell’Europa dopo il Congresso di Vienna. La terza e più recente iscrizione rievoca il presunto soggiorno di Dante Alighieri al castello di Lizzana, dove sarebbe stato ospite di Guglielmo di Castelbarco: la lapide fu ripristinata nel 1919, dopo che una precedente epigrafe eretta in situ dalla Lega Nazionale era stata danneggiata dagli austriaci. Davanti al muro è collocata la vera da pozzo ottagonale in pietra calcarea rinvenuta durante gli scavi condotti sul colle negli anni Trenta del Novecento.

Alto circa 8 metri, il paramento murario apparteneva alla cinta difensiva più esterna del maniero e fu consolidato una prima volta dalla Soprintendenza provinciale nel 2003. L’intervento di manutenzione effettuato nel 2018 ha preso avvio con l’estirpazione dei rampicanti e vegetali esistenti sulle pietre, eseguita a mano per non intaccare le strutture della muratura. Si è quindi proceduto al rinzaffo delle connessioni con malte di calce idraulica naturale a basso contenuto di sale tipo NHL5 dosate a kg 350 per mq di inerte, compresa la realizzazione di piccole riprese murarie con pietrame di recupero sul luogo. Infine sono state ripulite le lapidi e restituita piena leggibilità alle iscrizioni. L’intervento si è concluso con l’applicazione di un biocida per prevenire la formazione di attacchi di microrganismi autotrofi e un trattamento idrorepellente silano-silossanico ad alta protezione.

Progettato e diretto dall’arch. Valentina Barbacovi e dal geom. Tiziano Vicentini, l’intervento è stato eseguito dalla ditta Effe Effe restauri srl di Cimego.

Roberto Pancheri - Ufficio beni architettonici
parte di: Lavori in corso

17/01/2019

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