Il quartiere Le Albere a Trento. Architettura e spazi urbani

La mostra fotografica di Luca Chistè fino al 28 febbraio presso Le gallerie di Piedicastello: una riflessione sul quartiere progettato da Renzo Piano

Il nuovo progetto fotografico di Luca Chistè, dedicato monograficamente al quartiere delle Albere di Trento, per la cura di Alessandro Franceschini, fino al 28 febbraio è visitabile presso Le Gallerie di Piedicastello. La mostra si basa su 36 immagini, stampate con tecnica fine-art, su carta Hahnemühle Photo Rag Baryta 315 e comprende, oltre a formati 60x80, cinque grandi panoramiche delle dimensioni di 60x160. 

Ce ne racconta le peculiarità il curatore Franceschini:

"L’area occupata dal quartiere «Le Albere» ha una storia urbanistica relativamente recente. È solo a partire dal Novecento che si assiste ad una progressiva saturazione dell’area, rimasta per lunghi secoli marginale, rispetto all’organismo urbano, a causa, probabilmente dell’inospitalità ambientale e dell’estraneità geografica del sito.

Nel corso della storia, l’unico evento urbanistico e architettonico degno di nota, è stata la costruzione, nel XVI secolo, del Palazzo delle Albere, una villa-fortezza edificata dai principi-vescovo della famiglia nobiliare dei Madruzzo. La storia della trasformazione inizia nel 1924, quando vengono avviate le operazioni preliminari e gli accordi tra la multinazionale francese Michelin e le autorità locali per le acquisizioni delle aree con lo scopo di insediare uno stabilimento produttivo, la cui collocazione è individuata proprio nell’area oggetto di questo studio.

Nel 1999, dopo settant’anni di storia gloriosa, la fabbrica cessa definitivamente la produzione lasciando inutilizzata una superficie di circa undici ettari. Contestualmente alla chiusura della fabbrica vengono avviate delle trattative per la trasformazione dell’area, mentre il Comune di Trento sviluppa alcuni documenti di indirizzo per una nuova progettazione del comparto.

L’intero lotto viene acquistato da “Iniziative Urbane”, una società costituita da una partnership pubblico-privato che incarica l’architetto Renzo Piano. Il progetto, elaborato dalla Renzo Piano Building Workshop, si prefigge, in primo luogo, la ricucitura dell’area con il tessuto cittadino esistente e il recupero del rapporto con l’ambiente fluviale, attraverso una migliore fruizione delle sue risorse naturali.

In secondo luogo, il progetto ha come obiettivo quello di rendere urbani luoghi che, per ragioni sociali e culturali, sono divenuti marginali rispetto alla città. In questo complesso contesto architettonico e urbanistico, s’inserisce l’interesse artistico di Luca Chistè per questo spazio urbano.

La ricerca fotografica di Chistè arriva alle Albere dopo il lavoro sull’architettura dedicato a Berlino (esposto, tra le altre location, al prestigioso Centro Internazionale di Fotografia di Verona Scavi Scaligeri). E non è un caso. È interessante osservare, infatti, la sequenza delle tappe di questo percorso. Trento dopo Berlino. La sua città natale, dopo quella che per qualità di vita, sperimentazione architettonica, fermento culturale, economia, modernità, molti considerano la capitale d’Europa. Ma non si tratta di un passo indietro.

L’occhio di Luca Chistè, dopo aver peregrinato a lungo in Europa alla ricerca di quinte architettoniche moderne, con le quali ama giocare attraverso l’obiettivo, si è posato su quello spazio eccezionale della sua città d’elezione. In quel quartiere che sembra essere lontanissimo dagli stereotipi della «trentinità», fatta di tetti a capanna, balconi di legno, giardini recintati. Lavorando sia in digitale che con il banco ottico ed i formati panoramici, il fotografo racconta questo nuovo quartiere della città di Trento, cercando di capire il perché del suo ancora faticoso riconoscimento da parte degli abitanti e mettendo in evidenza le sue componenti estetiche.

Perché questa è una delle prospettive attraverso la quale il quartiere di Piano può essere visto: quello della bellezza architettonica, dell’armonia delle forme, dell’equilibrio degli spazi. Temi che non hanno avuto molta attenzione, in questi anni, quando si è parlato delle Albere. Ad essere al centro del dibattito sono stati invece gli aspetti critici e i limiti di questo intervento, dimenticando altre componenti, ugualmente importanti, che possono farci guardare questo frammento urbano con un’idea diversa: ovvero che Trento possa avere nuove forme, nuovi spazi, nuovi ruoli". 

Alessandro Franceschini - curatore della mostra

15/12/2015

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