Il suono ritrovato del Karnyx

Archeologia, musica, sperimentazione attorno al karnyx di Sanzeno sabato 1 settembre, ore 17, a Sanzeno presso Casa de Gentili e il Museo Retico

Il “Progetto karnyx di Sanzeno” giunge ad una tappa significativa sabato 1 settembre, alle ore 17, a Sanzeno, con la presentazione a Casa de Gentili e la successiva esposizione al Museo Retico della ricostruzione in bronzo del karnyx ritrovato a Sanzeno, un antico quanto insolito manufatto risalente ad oltre duemila anni fa. Sarà l'occasione per ascoltare sonorità perdute e brani musicali composti appositamente per questo singolare strumento.

Da strumento di guerra utilizzato dai Celti in battaglia per terrorizzare i nemici a strumento musicale per rievocare suoni perduti: dopo duemila anni di silenzio il karnyx di Sanzeno torna a suonare grazie ad uno speciale progetto.

Questa storia ha inizio negli anni Cinquanta del secolo scorso quando l’archeologa Giulia Fogolari durante le ricerche condotte a Sanzeno rinviene, nei pressi di un'abitazione retica, una “lamina di bronzo a forma di foglia lanceolata con grossa nervatura vuota al rovescio ed elementi di tubo in bronzo facenti parte delle stesso complesso”. La funzione di tali reperti, attribuiti alla seconda età del Ferro, rimane sconosciuta per quasi sessant’anni finché un’altra archeologa, Rosa Roncador, riconosce in quei frammenti un’analogia con i karnykes rinvenuti nel sito francese di Tintignac.

Ma cos’è un karnyx? Il karnyx è un “corno” da guerra, una vera e propria arma “psicologica” che oltre a produrre suoni terrificanti aveva un aspetto imponente dovuto allo sviluppo in altezza di quasi 2 metri e alla terminazione raffigurante il muso di un cinghiale oppure un serpente.

Lo storico Polibio racconta nelle sue “Storie” (libro II, 29) che l’aspetto e il clamore dell’esercito dei Celti spaventava i Romani e che la quantità dei trombettieri, unita al canto di guerra, produceva un tale frastuono da fare riecheggiare anche i luoghi vicini.

La presenza dei resti di due esemplari di karnyx rinvenuti a Sanzeno, importante centro politico, commerciale e religioso del mondo retico tra il V e il II sec. a.C., testimonia i contatti intensi del territorio alpino centro-orientale anche con i popoli stanziati in Europa centrale.

I karnykes sono oggetti preziosi e rari, noti ad oggi in pochi siti d’Europa: a Mandeure (Doubs) e a Soulac-sur-Mer et Ilonse (Francia), LaTène (Svizzera), Leisach (Austria), Kappel e Abentheuer (Germania), Castiglione delle Stiviere (Italia), Săliştea (Romania) e Deskford (Scozia).

L’eccezionalità di reperti di questa tipologia ha spinto l’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento ad avviare nel 2008 una ricerca multidisciplinare per lo studio dei karnykes di Sanzeno e la ricostruzione prima in ottone e poi in bronzo di quello meglio conservato.

Con il progetto “Karnyx di Sanzeno” si è cercato di riprodurre la catena operativa con tutti i passaggi messi in atto dagli antichi fabbri per realizzare lo strumento, nel tentativo di recuperare saperi perduti e suoni non più uditi da millenni.

Grazie alla collaborazione con il Conservatorio “F.A. Bonporti di Trento” il karnyx è diventato uno strumento contemporaneo non più utilizzato in guerra o durante i rituali sacri ma un vero e proprio “corno” per il quale comporre e con il quale eseguire nuove composizioni e scoprire inedite sonorità.

La copia in bronzo del karnyx è esposta al Museo Retico – Centro per l’archeologia e la storia antica della Val di Non, a Sanzeno.

Partner del progetto sono l’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento (Paolo Bellintani ed Elena Silvestri), l’Associazione culturale Alteritas – Interazione tra i popoli. Sezione Trentino (Rosa Roncador), l’Università degli Studi di Genova (Paolo Piccardo), il Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento (Ivano Ascari), Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France - C2RMF (Benoit Mille), Fucina Ervas (Alessandro Ervas) e DecimaRosa Video (Elena Alessia Negriolli e Aurelio Laino).

La ricostruzione del karnyx è stata resa possibile grazie al sostegno del Comune di Sanzeno, della Comunità della Val di Non, della Cassa Rurale Val di Non e del Servizio attività culturali della Provincia autonoma di Trento.

(Ufficio beni archeologici)

parte di: Lavori in corso

23/08/2018

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