L'Adige non bagna Trento

Trento perduta 4: la città e il suo fiume

[ Caterina Unterveger, Lavandaie a Torre Verde, 1885-1898, stampa su carta albuminata, cm 9,4x13,6. AFS, Fondo Faganello (collezione)]

Come Napoli nel celebre titolo di Anna Maria Ortese, emblematico della difficile convivenza tra la città e il suo mare, Trento ha perso il suo antico rapporto con il fiume e porta i segni di un analogo “spaesamento”.

Fu la più decisiva e controversa delle grandi opere ottocentesche. Ultimata nel 1858, la rettifica dell’Adige trasse impulso dalla costruzione della ferrovia Verona-Bolzano – trionfo della moderna strada ferrata sulla tradizionale via di comunicazione fluviale.

«Questa città capitale della provincia Tridentina giace sulla sinistra riva dell’Adige, il quale curvandosi dolcemente in arco lambisce il suo fianco d’oriente» scriveva Agostino Perini nella sua Statistica del Trentino, edita nel 1852, quando il corso dell’Adige passava per le attuali vie Torre Verde e Torre Vanga. A distanza di qualche decennio, nell’area restava solo l’Adigetto, come documenta la fotografia di Caterina Unterveger, che segue anche l’abbattimento del ponte provvisorio sulla bonifica, costruito davanti alla Torre Verde.

Da allora le acque dell’Adige si sono più volte riappropriate del vecchio alveo in occasione delle alluvioni che hanno segnato la memoria collettiva. E il dialogo (mancato) tra la città e il suo fiume ha accompagnato il dibattito urbanistico, fino alle più recenti ipotesi di “avvicinamento”.

KM


05/04/2017

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