La sosta dei viandanti sulla strada per Povo

Trento da salvare 2: Cappella Manci

[ Sergio Perdomi, Veduta di Trento dalla Cappella Manci di Mesiano, 1922-1935, lastra alla gelatina sali d’argento, cm 8 x 9. AFS, Fondo Perdomi]

La via pedonale che dal ponte Cornicchio conduce a Mesiano è il primo tratto dell’antico percorso che univa Povo al centro città. Nel punto più ripido della salita sorge una cappella, perfettamente orientata, che fu eretta dalla comunità di Povo e ricostruita nelle forme attuali nel 1751 per iniziativa del conte Filippo Francesco Manci. Lo racconta l’epigrafe in latino murata sul lato settentrionale, nella quale è citato il diritto di patronato della nobile famiglia. Il campaniletto a vela e l’attuale pavimentazione risalgono al XIX secolo.

Al piccolo edificio si accede attraverso una ripida gradinata in pietra: è costituito da un’aula rettangolare preceduta da un elegante portico. Sopra il portalino d’ingresso si nota lo stemma dei Manci, mentre all’interno si trova un semplice altare marmoreo a due colonne.

La cappella, di proprietà di un ente previdenziale, è attualmente in stato di abbandono. L’ultimo intervento di manutenzione risale al 1962: ciò significa che la generazione che ci ha preceduto ha ignorato l’importanza di questo bene culturale e non si è preoccupata della sua conservazione. Spetta dunque alla nostra generazione decidere del suo destino.

RP


29/03/2017

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