Numeri rosa. Donne e matematica

Alle Biblioteca di scienze al Polo scientifico e tecnologico Fabio Ferrari la mostra sulle conquiste delle donne nella ricerca e nell’insegnamento della matematica

Una panoramica attraverso quindici pannelli delle conquiste delle donne nella ricerca e nell’insegnamento della matematica e delle difficoltà alla loro affermazione, dall'antichità ai nostri giorni. «Questa mostra – si legge all’inizio dell’esposizione – è una testimonianza del cammino percorso e delle difficoltà che anche in questo campo sono state incontrate e solo in parte superate». In contemporanea sarà proposta, nello scaffale “Scelti per voi”, una selezione di testi sulla tematica presenti nelle biblioteche dell’Università di Trento. La mostra sarà permanente.

"La storia delle donne in matematica, che segue nelle sue grandi linee la storia dell'emancipazione femminile di cui fa parte, si può dividere in due grandi periodi - recita il pannello iniziale -. Nel primo, che va dall'Antichità alla fine dell'Ottocento, le donne erano considerate poco più che oggetti di proprietà, proprietà del padre da ragazze, del marito da sposate. Tranne rare eccezioni, soprattutto in Svezia e negli Stati Uniti, non potevano gestire i loro beni, non potevano votare o essere elette, non erano ammesse come testimoni. In particolare non avevano accesso all'istruzione superiore, e spesso nemmeno all'elementare. Anche la rivoluzione francese, che pure aveva tra i suoi testi fondatori la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, non sembra considerasse le donne in questa categoria, e fu anche presentata, fortunatamente senza esito, una proposta di legge mirante a proibire che le donne imparassero a leggere.

Con queste premesse, non stupisce che i contributi delle donne alla matematica dall'Antichità fin quasi alla fine dell'Ottocento costituiscano una collana di poche perle isolate; al contrario, ci si deve meravigliare che nonostante tutto ci siano state delle donne che sono riuscite a emergere in un campo che le escludeva sistematicamente a priori.

Questa mostra è una testimonianza del cammino percorso e delle difficoltà che anche in questo campo sono state incontrate e solo in parte superate".

Il percorso si apre con uno sguardo d’insieme su “Donne e matematica”, propone un approfondimento su “Teano e la scuola pitagorica”, dà modo di conoscere figure come Ipazia di Alessandria, Maria Gaetana Agnesi, Sophie Germain, Ada Byron Lovelace e Sofia Kovalevskaja, Emmy Noether, Emma Castelnuovo e Maryam Mirzakhani.

Si avrà anche l’opportunità di fare il punto su “L'accesso all'università”, “Donne e università in Italia”, “I diritti politici” e “L'insegnamento universitario”.La mostra, che rimarrà come installazione permanente, si potrà visitare negli orari di apertura della biblioteca: da lunedì a venerdì 8 – 22 e sabato 8 – 13.

Ideata da “Il Giardino di Archimede” (consorzio di università ed enti pubblici, finalizzato alla creazione e alla gestione di un museo matematico, http://web.math.unifi.it/archimede/), la mostra è stata realizzata con il contributo di UMI - Unione Matematica Italiana e Regione Toscana. L’esposizione si può vedere anche online: http://php.math.unifi.it/archimede/archimede/donne/primapagina.php)
L’iniziativa trentina, con la proposta dei libri a tema, è stata organizzata dal Dipartimento di Matematica e dalla Biblioteca di Scienze dell’Università di Trento.
Ulteriori informazioni e materiale: http://webmagazine.unitn.it/node/9018/

Nella Scuola di Atene, l'immagine che abbiamo scelto per la copertina, forse una rappresentazione di Ipazia (Alessandria d`Egitto, 370 circa – 415) biancovestita, con lo sguardo verso di noi. Benché nessuna delle sue opere sia giunta fino a noi, Ipazia è stata senza dubbio la prima donna che abbia dato contributi sostanziali alla matematica.

Antesignana della scienza sperimentale, filosofa, matematica, astronoma, astrologa e iniziata, visse ad Alessandria d`Egitto sotto la dominazione romana nel quarto secolo dopo Cristo andando incontro al martirio per proteggere dal fanatismo religioso il sapere e la libertà di pensiero. Introdotta agli studi scientifici dal padre Teone (matematico, astronomo e filosofo), operò nella biblioteca di Alessandria d’Egitto, il tempio in cui era custodito il sapere dell’umanità prima che gli imperatori romani mettessero fine con una serie di editti alla libertà di pensiero del mondo ellenistico.

Secondo le testimonianze dell’epoca fu autrice di numerose opere, andate tutte perdute. Tra queste, un Commentario sull`Aritmetica di Diofanto di Alessandria e un Commentario sulle Coniche di Apollonio di Perga. Una delle discipline in cui si distinse maggiormente fu l`astronomia. Lo storico Filostorgio le attribuì interessanti scoperte sul moto degli astri, divulgate in un testo intitolato Canone astronomico. 


08/04/2016

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