Un Caffè e poi in carrozza

Trento perduta 7: la stazione Trento Malé

[ Trento, la stazione della Trento-Malè, ante 1915, riproduzione da negativo su vetro alla gelatina sali d’argento. AFS, Fondo Miscellaneo 1]

Tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, in Trentino si costruisce e progetta una rete ferroviaria a servizio delle valli periferiche: in treno si raggiunge il porto di Riva del Garda (1891-1936), si scende a Venezia attraverso la Valsugana (1896-1911), si risalgono le valli del Noce (1909), si giunge a Predazzo porta delle Dolomiti (1917), si arriva a Dobbiaco (1872), Malles (1906), Collalbo (1907), Campo Tures (1908), Ortisei (1916) e Cortina (1916-1918), si progetta di arrivare a Schio, Tione e Malcesine.

L’obiettivo è raggiungere il più comodamente possibile i principali centri termali e di villeggiatura come nel caso di Arco, Levico, Roncegno, Rabbi, Madonna di Campiglio, Malé e passo Mendola, ma la costruzione di questa rete ferroviaria a supporto dell’industria del forestiero è sostenuta anche da quanti sono interessati al rapido trasporto di truppe e materiali da costruzione che servono per fortificare i confini.

Nell’attuale piazza Silvio Pellico sorgeva la stazione della Trento-Malé con il relativo Caffè. Se gli edifici ripresi nelle fotografie storiche sono perduti, il servizio di mobilità si è ampliato ed è parte integrante del sistema dei trasporti provinciali. La vecchia “vacca nonesa” in estate si chiama “Trenino dei Castelli”, ci possiamo caricare le biciclette per salire nel paradiso del downhill e del rafting, mentre in inverno, con sci e scarponi, da Trento si raggiunge comodamente l’area sciistica Dolomiti di Brenta.

FC


01/06/2017

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