Giornate FAI di Primavera - Ossana

Una testimonianza del lavoro artigiano: le "stue" della Val di Sole

Manifestazioni ed eventi
Ossana, Stuva Nova, Ex Canonica [ Gruppo FAI Val di Sole]

La "stùa" nell'architettura tradizionale è la grande stanza interamente foderata in legno, orientata a mezzogiorno e destinata agli sposi. Cuore caldo della casa contadina così come di dimore signorili e castelli, è spesso una vera e propria opera d'arte che nei casi più antichi e preziosi racchiude pagine importanti di storia. Si tratta di opere ormai rare dopo le grandi dismissioni o demolizioni degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso.

  

"Stua" tardogotica di Casa Molignoni
Incrocio tra Via Bezzi e Via Santa Maria Maddalena
Loc. Cusiano.

Ingresso riservato agli iscritti FAI; possibilità di iscriversi al FAI in loco.

Sede dei vicari vescovili nell'alta Val di Sole, come ricorda Aldo Gorfer, Casa Molignoni ha un notevole valore architettonico e storico ed è arricchita in facciata da due portali in pietra archivoltati databili al XV secolo. All'interno si trova una bellissima stanza con una trave centrale di gusto tardogotico, intagliata, ornata da stemmi dipinti e datata 1507.

 

La "stua nova" - Vecchia canonica
c/o Fondazione San Vigilio, Piazza S.Vigilio, 6.

Ricordata per la prima volta in un documento del 1210, la vecchia canonica di Ossana conserva tra le sue mura un importante esempio dell'arte e della cultura materiale della Val di Sole. Fatta costruire intorno al 1740 nell'angolo sud-est dell'abitazione per volontà dell'arciprete Ludovico Isidoro Ignazio Rovereti, la "stuva nova" aveva le pareti interamente rivestite in legno di cirmolo intagliato e una grande stufa a óle decorata a motivi mitologici. Il 5 novembre 1918 fu distrutta da un incendio appiccato da un gruppo di soldati italiani. Fu poi rifatta tra il 1926 e il 1928 dai fratelli Santini e dagli intagliatori della scuola professionale di Ponte di Legno. Della parte di arredo originale, rimangono otto dipinti su tela con belle cornici lignee, tre tavoli intagliati e alcune sedie mentre la stufa fu trafugata e la biblioteca parrocchiale trasferita a Trento alla Biblioteca diocesana. 

 

Chiesa di Santa Maria Maddalena
Incrocio tra SS42 e Via Santa Maria Maddalena
Loc. Cusiano.

La chiesa, già documentata nel 1368, fu poi rifabbricata nel XV secolo probabilmente da maestranze lombarde. La facciata è a capanna e mostra un portale barocco. L'aula è divisa in tre campate ed è unita al presbiterio pentagonale da un arco santo a tutto sesto in pietra. L'interno presenta vari cicli di affreschi risalenti al XV e al XVI secolo. Il principale si trova sulle pareti del presbiterio, dove si sviluppano in una fitta sequenza dai toni del racconto le scene della vita di Santa Maria Maddalena, santa titolare della chiesa, accompagnate da spiegazioni in volgare. Eseguito intorno all'ultimo decennio del XV secolo, il ciclo pittorico è attribuito a Giovanni e Battista Baschènis, originari di Averara in alta Val Brembana (Bergamo). 

 

Per questi luoghi:
Domenica 20, ore 10.00 - 12.30 / 13.30 - 17.00
Visite guidate.

 

Chiesa di San Vigilio
Via Venezia, 2
Domenica 20, ore 13.30 - 17.00
Visite guidate.

Fin dall'antichità centro politico, amministrativo ed ecclesiastico di tutta l'alta Val di Sole, Ossana è sede della chiesa pievana. Di origine medievale, la parrocchiale intitolata a San Vigilio fu rifabbricata da maestranze lombarde tra la fine del XV secolo e il 1558, data della consacrazione. Solo il massiccio campanile appartiene alla fabbrica romanica. Il portale in facciata di gusto rinascimentale, preceduto da un protiro più tardo, porta la data 1536. L'aula è a unica navata, coperta da volta a botte costolonata. Sulla parete di fondo dell'abside è collocata l'ancona lignea barocca dell'antico altare maggiore attribuita a Giovanni Battista Ramus. Gli altari laterali sono in marmi policromi. Il laterale destro è dedicato all'Immacolata ed è opera del veronese Francesco Marchesini (1665). L'altare sinistro intitolato a S. Giovanni Battista fu realizzato entro il 1765 probabilmente da Giuseppe Antonio Sartori e ospita una tela del veronese Antonio Elenetti dipinta nel 1767.


organizzazione: FAI - Fondo Ambiente Italiano

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