Mi chiamavano Tina
Al Teatro Cuminetti va in scena il debutto di “Mi chiamavano Tina”, spettacolo dedicato alla straordinaria vita della fotografa e rivoluzionaria Tina Modotti
Di e con Manuela Fischietti, “Mi chiamavano Tina” è uno spettacolo che cerca di mettere insieme le mille vite di Tina Modotti, rendendola una rivoluzionaria a tutto tondo. Non solo nella fotografia, non solo nella politica. Ma nella vita.
Sabato 7 dicembre, ore 20.30 – Teatro Cuminetti di Trento
Nuovo appuntamento in calendario con la programmazione del Teatro Cuminetti di Trento curata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara, che sabato 7 dicembre ospiterà il debutto di Mi chiamavano Tina, - Sulle tracce di una rivoluzionaria antifascista, spettacolo di e con Manuela Fischietti, per la regia di Maura Pettorruso, dedicato a Tina Modotti, artista, fotografa, rivoluzionaria, antifascista e militante nel partito comunista internazionale.
Lo spettacolo è prodotto dalla compagnia Rifiuti Speciali, in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara, Harpolab_Centro culturale per il cinema e l'immagine, Circolo fotografico Tina Modotti Bolzano e il contributo di Comune di Trento e Fondazione Caritro.
Quella di Tina Modotti è una vita straordinaria. Chi decide di raccontarla si trova sin da subito davanti a domande inequivocabili: chi era davvero Tina Modotti? Da quale punto di vista narrare questa storia? Il mistero che avvolge la sua vita è reale o frutto di congetture e leggenda?
Un’attrice in scena ripercorre insieme al pubblico le tante vite di Tina Modotti e, trovandosi davanti a queste domande, sceglie di raccontare la parte meno conosciuta e forse più scomoda ma sicuramente a lei più vicina: quella della rivoluzionaria antifascista.
Non voglio morire nel ruolo sbagliato è la frase che determina questa scelta, la più difficile perché significa entrare in un mondo dove non ci sono più le parole di Tina né le sue fotografie; ma è anche la scelta che origina l’entusiasmo e la passione di chi decide da che parte vuole stare. Una frase che risuona nell’attrice portandola ad abbandonare una messa in scena che racconta la Modotti solo come artista bohemien ed eccellente fotografa, a favore di una narrazione concentrata su una donna che lotta per i suoi ideali, affermando senza timore e ancora una volta da che parte vuole stare: l’uguaglianza, la libertà, la fotografia come mezzo di denuncia sociale, la militanza politica e l’antifascismo.
Mi chiamavano Tina è una storia di sogni, di amori, di rivoluzione e di scelte. Uno spettacolo che cerca di mettere insieme le mille vite di Tina Modotti rendendola una rivoluzionaria a tutto tondo. Non solo nella fotografia, non solo nella politica. Ma nella vita.
Mi chiamavano Tina è un omaggio ad una grande artista, operaia, attrice, fotografa, antifascista e militante nel partito comunista internazionale; una donna che ha attraversato la vita senza mai tradire il suo istinto di combattente messo al servizio della libertà e ribellandosi alle convenzioni dell’epoca e alle censure delle dittature che infiammavano il mondo tra la Prima e la Seconda guerra mondiale.
Ma è anche un omaggio agli incontri che avvengono in controtempo, alle vite che si sfiorano eppure, insieme, si definiscono.
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Informazioni
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